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Dopo il grande successo ottenuto con il docu-film “Capo e Croce”, la rassegna lanuseina “In teatro” prosegue spedita con una commedia in due atti del gruppo teatrale Gonnesino intitolata “Cicciu Fruschedda”.

La commedia, scritta da Antonio Garau, è una delle ultime e più mature opere del popolare autore teatrale in lingua sarda. Lo scrittore racconta una vicenda ambientata nella casa di un vedovo. Venuti a sapere della  sua morte, nonostante la povertà della sua abitazione, i parenti si precipitano e frugano ovunque alla ricerca del testamento e dei suoi beni. Da questo momento in poi sul palco sarà tutto un succedersi di situazioni esilaranti ed equivoci, che faranno emergere tutto il misero egoismo di cui è capace l’animo umano. Il colpo di scena finale, che toglie ai parenti ogni diritto sulle proprietà del defunto, li induce ad un’ ultima inconsulta azione di cui poi si pentiranno immediatamente.

Odorosa e sgradevole al tempo stesso, affascinante durante la fioritura e sorprendentemente resistente: è la Ruta d’Aleppo, nota nell’isola con i nomi sardi di Arruda, Orruda, Ruda, Alba di ruda, Kurma o Kuruma. Una pianta che incarna contrasti forti, tipica della macchia mediterranea e ormai comune in tutta la Sardegna, dall’Asinara ai campi incolti e ai bordi stradali.

Monte Barlao (Gonnesa) – foto A. Saba

La Ruta d’Aleppo è un vero concentrato di chimica naturale. I suoi oli essenziali, potenti e complessi, la rendono tossica se ingerita in alte dosi e capace di provocare reazioni fotoallergiche sulla pelle esposta al sole. Nonostante ciò, la pianta ha una storia antica: un tempo considerata quasi una panacea per tutti i mali, oggi è rispettata e temuta per le sue proprietà farmacologiche e irritanti.

Dal punto di vista botanico, l’Arruda ha una base legnosa irregolare e grigia, mentre il suo sviluppo erbaceo determina l’altezza e il portamento. Generalmente cresce fino a poche decine di centimetri, ma in condizioni ottimali può superare il metro, formando cespugli fitti e caratteristici.

Foto Forestas

La Ruta d’Aleppo si adatta facilmente a terreni aridi e a climi caldi, rendendola una presenza dominante e facilmente riconoscibile nei paesaggi mediterranei. La sua combinazione di bellezza floreale, resistenza e pericolosità la rende un simbolo della Sardegna più autentica: una natura capace di affascinare e di sorprendere, ma sempre da osservare con rispetto.