M’illumino di meno. Tortolì aderisce
M’illumino di Meno, la più celebre campagna di sensibilizzazione radiofonica sul Risparmio Energetico e sulla razionalizzazione dei consumi, lanciata da Caterpillar, Rai Radio2, è giunta alla sua decima edizione: è il momento di un primo bilancio da parte di

M’illumino di meno
M’illumino di Meno, la più celebre campagna di sensibilizzazione radiofonica sul Risparmio Energetico e sulla razionalizzazione dei consumi, lanciata da Caterpillar, Rai Radio2, è giunta alla sua decima edizione: è il momento di un primo bilancio da parte di chi in questi anni ha concretizzato l’invito a investire sul cambiamento delle proprie abitudini e sulle energie rinnovabili, dall’adozione del fotovoltaico all’auto elettrica, dall’uso della bici alla gestione intelligente dell’illuminazione e degli elettrodomestici.
L’invito consueto è quello di aderire ad un simbolico “silenzio energetico”nella Giornata del Risparmio energetico, il 14 febbraio 2014. Dopo aver spento i più noti monumenti delle città italiane ed europee nelle passate edizioni, Caterpillar e il suo spin-off mattutino CaterpillarAM invitano tutti, dalle istituzioni ai privati cittadini, dalle scuole ai negozi, dalle aziende alle associazioni culturali, a rendere visibile la propria attenzione al tema della sostenibilità spegnendo piazze, vetrine, uffici, aule e private abitazioni, tra le 18 e le 19,30, durante la messa in onda della trasmissione. Si tratta di un gesto simbolico cui da qualche anno affianchiamo anche l’invito ad accendere, laddove possibile, luci “pulite”, facendo ricorso a fonti rinnovabili e sistemi intelligenti di illuminazione.
IL BELLO DELLA RAZIONALIZZAZIONE DEI CONSUMI. Il 14 febbraio 2014, per festeggiare il decennale dell’iniziativa, Caterpillar invita in modo particolare i musei a mostrare simbolicamente il proprio amore per il Pianeta spegnendo brevemente le luci su un proprio capolavoro, eventualmente illuminandolo a Led o con altre tecniche intelligenti, per sottolineare il legame tra cultura e sostenibilità ambientale, fondamentale per contribuire a cambiare lo stile di vita dei cittadini e per trovare, tramite il risparmio energetico, nuove risorse economiche. Anche il patrimonio artistico può attingere al grande bacino ancora sottoutilizzato del risparmio energetico.
Per un mese Caterpillar darà voce a tutte le azioni virtuose di razionalizzazione dei consumi (riduzione degli sprechi, produzione di energia pulita, mobilità sostenibile, riduzione dei rifiuti) e a tutte le iniziative in preparazione per l’ormai tradizionale Festa del Risparmio Energetico, che propone non un oscurantista ritorno al passato ma una sorta di gioioso “pride” della gestione intelligente delle risorse per ripensare un futuro sostenibile.
La nostra campagna ha ottenuto anche quest’anno l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il Patrocinio del Parlamento Europeo.
Per ufficializzare l’adesione è sufficiente scrivere a caterpillar@rai.it. Per l’adesione 2.0 all’iniziativa si può postare su FB la propria modalità di partecipazione e personalizzare l’immagine del proprio profilo con l’apposito logo di M’illumino di meno.
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Leggende sarde: la bellissima storia sull’origine delle launeddas che incantarono i Fenici

Grazia Deledda raccolse a raccontò numerose leggende sarde, questa è una tra le più belle, perché narra come nacque lo strumento antichissimo delle launeddas, unico e originale della nostra isola
Un uomo vecchio ma ancora vigoroso viveva in un piccolo villaggio di pastori. Possedeva un gregge numeroso aveva una moglie fedele e buona e una figlia amatissima. L’uomo che si chiamava Sadur, che come scrive Grazia Deledda derivava da Sadurru che significa Saturnino, aveva subito come gli altri abitanti del villaggio, le incursioni dei Fenici.
Quegli uomini vestiti in maniera strana, giungevano dal mare sulle loro imbarcazioni dalle vele rosse e predavano e devastavano i villaggi, incendiavano le capanne e uccidevano le pecore per i loro banchetti. Sadur tuttavia, forte e coraggioso era sempre riuscito a mettersi in salvo portando via la moglie e la figlia, e nascondendosi col suo gregge in un posto segreto sulle montagne.
Ma Sadur stava invecchiando, la forza lo stava abbandonando, vedeva poco e le sue mani tremavano. L’uomo era sempre più preoccupato, da qualche anno quegli uomini non si presentavano più, ma lui sentiva che presto sarebbero tornati. L’unica sua consolazione era suonare le canne. Ne aveva diverse e ciascuna produceva un suono diverso, malinconico e melodioso e Sadur le suonava una per volta per non pensare alle sue preoccupazioni.
Un giorno, come Sadur aveva temuto, comparvero le navi dalle vele rosse e l’uomo ormai troppo vecchio capì che non era più in grado di scappare. Così affidò gran parte del suo gregge alla moglie e alla figlia e disse loro di andare a nascondersi nel solito nascondiglio sulla montagna. Aveva infatti saggiamente pensato che se fosse rimasto da solo alla sua capanna con poche pecore gli invasori lo avrebbero creduto solo e non sarebbero andati a cercare la moglie e la figlia. Appena arrivati i Fenici devastarono il villaggio, Sgozzarono le pecore di Sadur, e usarono il legno della sua capanna per arrostirle.
Quando trovarono le canne sonore del povero vecchio, vollero che l’uomo mostrasse loro come funzionavano, e quando Sedur si mise a suonarle rimasero incantati, il comandante dei Fenici, un giovane di bell’aspetto pretese che il vecchio le suonasse tutte insieme, Sedur che non lo aveva mai fatto prima legò le canne con dei fili d’erba robusti e trasse dal suo strumento un suono melodioso, armonioso in grado di riprodurre i suoni della natura come quelli del vento e dell’acqua, che indusse i Fenici al sonno. Quando il giovane comandante si svegliò, disse al vecchio pastore che era disposto ad accordargli qualsiasi favore fosse in suo potere.
Sedur allora confessò di avere moglie e figlia, e si fece promettere che nessuno dei Fenici avrebbe fatto loro del male. Il comandante non solo promise a Sedur che avrebbe sempre rispettato le due donne ma lo autorizzò a farle tornare alla capanna che ordinò ai suoi uomini di ricostruire. Quando poi le donne tornarono al villaggio, il giovane comandante innamoratosi della figlia di Sadur per la sua grazia e la sua bellezza, decise di sposarla.
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