Loceri. Agricoltore ucciso a fucilate
canale WhatsApp

La necropoli di Sas Concas, nel territorio di Oniferi, è uno dei complessi ipogeici più affascinanti della Sardegna: venti tombe scavate nella roccia, custodi di simboli archeologici unici, tra cui petroglifi antropomorfi capovolti, coppelle e incisioni rupestri che raccontano riti e visioni del Neolitico. Un patrimonio raro, delicato, irripetibile.

Foto di Denise Diana
Eppure, questo scrigno di storia è stato letteralmente tagliato in due dal tracciato della superstrada 131 DCN – Diramazione Centrale Nuorese. Durante i lavori, emerse infatti un ostacolo “imprevisto”: la Tomba XX, isolata rispetto al nucleo principale della necropoli e situata esattamente dove sarebbe dovuto passare l’asse stradale. Una tomba millenaria contro un progetto moderno. La decisione finale? Non deviare la strada, non ripensare il percorso, ma costruire una copertura artificiale sopra l’ipogeo e far scorrere l’asfalto direttamente sopra quella che, da sola, rappresenta un capitolo prezioso della storia prenuragica.

Foto di Denise Diana
Un compromesso che ha salvato la tomba dalla distruzione materiale, certo, ma che ha di fatto trasformato un sito archeologico in un sottopasso dimenticato, confinato sotto il peso del traffico quotidiano. La 131 DCN ha così tranciato la necropoli, isolando la Tomba 20 dal resto del complesso e togliendole contesto, dignità e visibilità.

Foto di Denise Diana
Oggi Sas Concas resta un luogo meraviglioso e fragile, ma la sua integrità è segnata per sempre da quella decisione: venti tombe, ognuna con la propria storia, divise per lasciare posto al “progresso”. Un esempio emblematico di quanto poco valore venga talvolta riconosciuto al patrimonio culturale, quando a confronto ci sono opere infrastrutturali. Un monito, più che un racconto: la modernità non può continuare a costruire sopra ciò che dovrebbe proteggere.