Lerede ufficializza la nuova ripartizione delle deleghe
Annuncio della nuova giunta comunale. Il sindaco di Tortolì Domenico Lerede ritira le dimissioni ed esorta il consiglio all’unità. “Vado avanti per il bene di Tortolì, perché voglio bene a questa cittadina fatta da tortoliesi che meritano di esserlo. Ritiro
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Lerede e Stochino
Annuncio della nuova giunta comunale. Il sindaco di Tortolì Domenico Lerede ritira le dimissioni ed esorta il consiglio all’unità.
“Vado avanti per il bene di Tortolì, perché voglio bene a questa cittadina fatta da tortoliesi che meritano di esserlo. Ritiro le mie dimissioni per il senso civico che sento, per la responsabilità che nutro nei confronti di chi mi ha votato e per il rispetto di quest’assemblea. Sono conscio che con buona probabilità, mi mancheranno i numeri, ma i numeri sono ciò che cercherò nel senso di onestà di chi mi ha accompagnato in questa esperienza. Sarà responsabilità di ogni consigliere tenere fede agli impegni presi”.
Questa la nuova giunta comunale annunciata dal primo cittadino: Domenico Lerede è sindaco e assessore alla Pubblica Istruzione, Trasporti, Turismo e spettacolo, Lavoro, Urbanistica, Edilizia Privata, Beni Demaniali, Parchi e Informatizzazione, Ambiente, Verde Pubblico, Vigilanza, Traffico,Bilancio, Programmazione, Affari Generali, Patrimonio e Personale Sport e Comitati, Pubblica Istruzione, trasporti, Turismo e spettacolo, Lavoro, Urbanistica, Edilizia Privata, Beni Demaniali, Parchi e Informatizzazione, Ambiente, Verde Pubblico, Vigilanza, Traffico,Bilancio, Programmazione, Affari Generali, Patrimonio e Personale Sport e Comitati.
Rita La Tosa è vicesindaco con delega alle Attività Produttive e alle Politiche Giovanili.
Severina Mascia è assessore alla Cultura, Servizi Sociali, Volontariato, Affari Legali e Contenzioso.
Paolo Stochino è assessore ai Lavori pubblici, Opere Pubbliche, Servizi Tecnologici, Beni archeologici, Protezione Civile.
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Intervista all’artista osinese Virginia Brescia: «L’arte è libertà, senza vincoli né compromessi»

Nata a Osini, piccolo borgo incastonato tra le montagne ogliastrine, Virginia parla con orgoglio della sua identità, delle sue radici e del suo modo, particolarissimo, di intendere l'arte
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Virginia Brescia è sempre al centro delle sue opere — e di quelle del collega Roberto Cau. Professionalmente insieme da dieci anni, i due artisti condividono un’intesa profonda, fatta di pensiero, sensibilità e visione. La loro è una collaborazione rara nel mondo dell’arte, dove spesso prevalgono individualismo e competizione. «Con Roberto c’è un grande feeling artistico e umano — racconta Virginia — siamo complementari, due parti di un unico sguardo».
Virginia Brescia e Roberto Cau sono due artigiani e artisti che lavorano il vetro. Roberto è originario di Lanusei, Virginia di Osini. La loro collaborazione è nata per caso, ma fin da subito si è rivelata l’unione di due anime artisticamente affini e complementari. Da quasi dieci anni, questa sinergia ha dato vita a splendide opere d’arte realizzate con i materiali più disparati: sughero, tessuti, vetro. Le loro creazioni, firmate con il marchio B&C, stanno pian piano conquistando spazio e attenzione nel mondo dell’arte contemporanea, imponendosi per originalità e raffinatezza.
L’incontro con Roberto è stato per Virginia un passaggio fondamentale, una svolta che ha rafforzato la sua visione artistica e l’ha spinta verso nuove forme espressive. Le visioni tra i due sono sempre condivise, frutto di dialogo, fiducia e rispetto reciproco. Per entrambi, l’arte è contemplazione della bellezza, ma anche ricerca di equilibrio tra eleganza, onestà e valori umani. «In un mondo competitivo come quello dell’arte — spiega Virginia — è importante che tra colleghi ci siano sincerità e collaborazione: solo così si cresce davvero».
Nata a Osini, piccolo borgo incastonato tra le montagne ogliastrine, Virginia parla con orgoglio della sua identità e delle sue radici. Il legame con il paese natale è fortissimo: molte delle sue opere le ha dedicate o donate proprio a Osini, in segno di riconoscenza e amore per la sua comunità. Anche Roberto Cau condivide lo stesso sentimento verso la sua Lanusei, a cui ha dedicato più di un lavoro. Entrambi si considerano profondamente legati alle proprie origini, custodi di un’eredità che nutre la loro creatività.
La donna è il cuore pulsante della ricerca estetica di Virginia: protagonista, simbolo, specchio della realtà che ci circonda. In ogni opera, le fattezze femminili diventano veicolo di bellezza e riflessione, incarnazione di un ideale che unisce sensibilità e rigore estetico. «Abbiamo il culto del bello — racconta — e il corpo femminile, con la sua armonia naturale, si presta perfettamente a raccontarlo».
L’arte, per Virginia, è il mezzo più autentico per esprimere se stessa: un linguaggio libero, personale, capace di trasformare emozioni in materia e colore. Il suo inizio con il riciclo artistico non è stato soltanto una scelta creativa, ma anche simbolica: ridare dignità a ciò che viene scartato, preservare la bellezza e il valore nascosto nelle cose dimenticate. Un gesto poetico e insieme etico, che racconta la sua sensibilità e la sua visione del mondo.
Virginia nasce come artista del riciclo, ma negli ultimi anni il suo percorso è andato oltre, avvicinandosi sempre di più alla scultura. La materia, nelle sue mani, si fa espressione di forza e poesia, un equilibrio tra forma, luce e profondità.
L’amore per l’arte di Virginia nasce presto: «Ho iniziato alle scuole medie, tre anni straordinari con un professore eccellente, grazie al quale ho appreso le tecniche fondamentali. Ho amato da subito l’arte e la storia dell’arte, con estrema passione. Il resto è stata pura sperimentazione, un autodidattismo allo stato puro. Le scuole e i corsi ti danno la tecnica e gli strumenti, ma non la creatività e la capacità espressiva. Il saper comunicare il tuo messaggio personale, regalare emozioni e sensazioni è altra cosa».
Virginia ama definirsi «artista osinese», un appellativo che porta con orgoglio: «Per elogiare questa meravigliosa terra dovrei rispondere “sarda”, ma un’artista non può isolarsi, né ghettizzarsi e ritagliarsi un angolo di paradiso. Deve essere di mente aperta e varcare i confini, per cui dico che mi sento anche molto “cosmopolita”».
La sua più grande soddisfazione è il calore della gente: «Leggere i loro commenti, percepire la considerazione e l’affetto che mi riservano, entrare nel loro cuore. Poi l’essere invitata alle manifestazioni culturali, parlare d’arte con colleghi e appassionati, tutto in modo spontaneo, semplice, mai costruito volutamente. Il mio è un cammino lento, difficile, ma ricco di colpi di scena e adrenalinico. E la cosa più bella è che, oltre al talento, vengano riconosciute anche le doti umane».
Per Virginia Brescia, l’arte è libertà, contemplazione, materia viva e sguardo autentico sul mondo. Insieme a Roberto Cau, continua a plasmare emozioni in forma di luce e colore, dando voce a una Sardegna che crea, innova e incanta.
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