Dall’elicriso all’ “arzanolo”, l’antibiotico naturale del Gennargentu.

Dopo la “Talanina”, il gene che produce una proteina isolata dai ricercatori della Shardna Life Sciences, e dopo “Lanusei”, l’asteroide scoperto nel 1984 e battezzato dall’astronomo sardo piemontese Walter Ferreri, le ricerche condotte da Giovanni Appendino e Mauro Ballero, hanno portato all’identificazione dell’“Arzanolo”, l’antibiotico ricavato dall’elicriso, la pianta medicinale che cresce spontanea sulle montagne di Arzana, nota in molti paesi con il nome di “Erba de Santa Maria”.

La scoperta è il risultato di vent’anni di studi e di ricerche scientifiche condotte sulle erbe medicinali del Gennargentu. Per ricordare l’importante scoperta e per fare il punto sulle applicazioni del principio attivo dell’Arzanolo, il 15 e il 16 giugno ad Arzana ci sarà un importante convegno “20 anni di erbe medicinali del Gennargentu” nella sala consiliare del Comune. All’incontro parteciperanno i professori Giovanni Appendino e Mauro Ballero, altri medici e personalità della politica regionale e nazionale, come il vice ministro della salute Paolo Fadda, gli assessori Simona De Francisci, Luigi Crisponi e Angelo Liori.

I muretti a secco, simboli antichi di ingegno rurale, punteggiano le campagne e le colline sarde, diventando veri e propri elementi identitari del paesaggio.

Realizzati senza malta, richiedono grande sapienza: dalla scelta dei materiali alla sistemazione delle pietre, tutto deve combaciare perfettamente per resistere a gravità e intemperie.

Oltre a contenere terreni e proteggere coltivazioni, custodiscono tradizioni, memoria e biodiversità, offrendo rifugio a piante e animali.

Patrimonio dell’UNESCO dal 2018, i muretti a secco raccontano la storia di un rapporto armonico tra uomo e natura, e conservarli significa proteggere la bellezza e l’identità della Sardegna per le generazioni future.