Is profetos de sa Zona Franca
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Arrivare a Orani significa immergersi nella Barbagia più autentica, tra colline aspre e panorami che sembrano custodire storie antiche. In cima al paese, lungo via Gonare, c’è un edificio che porta con sé il ricordo della vita comunitaria: l’antico lavatoio. Qui, dove un tempo le donne del paese lavavano i panni e scambiavano racconti, oggi sorge il Museo Nivola, dedicato all’artista che da questo borgo partì per conquistare New York e il mondo.
Costantino Nivola, nato nel 1911, è stato uno dei protagonisti del modernismo del Novecento, amico e collega di giganti come Le Corbusier, Pollock, Calder, Steinberg e De Kooning.
Il suo museo è stato inaugurato nel 1995 dopo il restauro curato dagli architetti Peter Chermayeff e Umberto Floris: ampie aperture archivoltate lasciano filtrare la luce, le capriate raccontano la memoria della vecchia struttura, e fuori un cortile selciato con una fontana rimanda all’acqua che qui scorre da secoli, alimentata dalla sorgente di Su Càntaru. Dentro, il colpo d’occhio è sorprendente: più di duecento opere raccontano un percorso artistico variegato, dalle sculture monumentali delle Madri e delle Vedove, alle piccole terracotte degli anni Sessanta e Settanta, dalle sagome in lamiera degli Antenati ai modelli per i grandi progetti pubblici.
Ogni sala sembra un ponte tra Sardegna e America, tra tradizione e modernità. Ma il museo non è un luogo fermo nel tempo: negli anni si è allargato con nuovi spazi – un padiglione nel 2004, una struttura interrata nel 2012 firmata dall’architetto Gianfranco Crisci – e si è aperto all’esterno con un parco inaugurato nel 2009 che collega i vari livelli con scale e terrazzamenti. Passeggiare tra i sentieri del parco, dove spuntano sculture e una fontana monumentale disegnata da Nivola, significa ritrovare lo spirito dell’artista che non ha mai smesso di intrecciare arte, architettura e paesaggio. Visitare il Museo Nivola non è soltanto entrare in un’esposizione, ma fare un viaggio che parte da un lavatoio di paese e arriva fino al cuore pulsante dell’arte del Novecento.