Don Loi razzista? Ecco cosa ne pensano i cittadini di Lotzorai
È stato l’argomento principe delle conversazioni di ieri e dei post condivisi sui social. Don Alessandro Loi, sessantacinquenne parroco di Lotzorai, su facebook ha fatto riferimento al ministro dell’integrazione Cecile Kyenge con una frase che ha giustamente riscaldato l’opinione

don alessandro loi
È stato l’argomento principe delle conversazioni di ieri e dei post condivisi sui social. Don Alessandro Loi, sessantacinquenne parroco di Lotzorai, su facebook ha fatto riferimento al ministro dell’integrazione Cecile Kyenge con una frase che ha giustamente riscaldato l’opinione pubblica: “Prima gli italiani! C’era proprio bisogno di un ministro di colore? Con tutto il rispetto per la signora”. Pare inoltre che sul profilo del parroco campeggino post e commenti relativi alla purezza della razza così espliciti da fargli immediatamente acquisire l’appellativo di xenofobo.
Ma cosa pensano i parrocchiani di Don Loi di questa sua infelice uscita?
La maggior parte degli intervistati critica aspramente il proprio parroco.
B.C., pensionato, alla nostra domanda risponde: “Il cristianesimo predica la fratellanza e l’amore per il prossimo. Mi vergogno di quanto è stato scritto dal nostro parroco proprio perché affermazioni del genere in bocca ad un prete sono ancora più gravi! Forse al nostro caro Don Loi nessuno ha detto che la Kyenge è italiana e quindi eleggibile a tutti gli effetti aldilà di questioni grette come il colore della pelle. Che ignoranza! ”.
Rincara la dose Alexandra Vincis, neolaureata: “Non è semplice restare indifferenti di fronte a simili esternazioni: la figura del parroco è molto importante per una comunità, dovrebbe sostenere e trasmettere i principi di uguaglianza prima di chiunque altro. Invece sembra richiamarsi ad una vecchia corrente religiosa che nella pratica produce effetti che sono in contraddizione con la chiesa stessa. Il commento è stato fuori luogo e di basso profilo, mi dispiace per le persone che vedono in lui una guida”.
Di parere affine Giuseppe Virdis, insegnante: “La concezione dell’amore e della fratellanza che emergono dai testi evangelici non sono compatibili col neppure tanto velato razzismo del post del sacerdote. Tuttavia quel post, come dimostrano molti commenti, é rappresentativo di una fetta del mondo cattolico ancorata a una tradizione ecclesiastica del tutto fine a se stessa. Impressionante, per un osservatore esterno come me, la distanza che separa questi tradizionalisti dal cuore del messaggio evangelico. Malgrado la mia indole tollerante vedo sinceramente come pericolose e insensate queste forme di radicalizzazione identitaria che tanti disastri hanno portato in passato”.
E ancora G.S., speaker radiofonica: “Affermazione infelice e triste ma che purtroppo si sente molto spesso di questi tempi.Al posto dei suoi parrocchiani io mi allontanerei”.
Qualcuno si schiera, invece, dalla parte del parroco, come l’impiegata A.M. “Credo che Don Loi non abbia scritto niente di male e che i giornali abbiano ingigantito l’accaduto. Immagino che il suo pensiero fosse questo: che bisogno avevamo di un ministro di origine straniera quando ci sono tanti italiani validissimi? Credo che le sue parole fossero un semplice modo per dire a gran voce di dare la precedenza agli italiani, senza per questo offendere nessuno”.

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