Dopo mesi di immersione, la splendida cupola policroma della Fonte Sacra nuragica di Noddule è tornata visibile. Con il graduale abbassarsi delle acque stagionali, è nuovamente possibile avvicinarsi all’ingresso della camera a pozzo e lasciarsi incantare da uno dei più raffinati capolavori architettonici della civiltà nuragica.
Foto CC BY-SA 4.0
Questo straordinario esempio di ingegneria e spiritualità, risalente a oltre 3.000 anni fa, si mostra oggi in tutta la sua suggestiva bellezza, riaffiorando ciclicamente con il ritiro delle acque in una sorta di rituale naturale. Un’apparizione che ogni anno celebra l’abbondanza, la fertilità, gli elementi e il perpetuo ciclo della vita.
Foto dalla pagina FB Complesso Nuragico di Noddule -Nuoro
La fonte sacra si trova nel cuore del complesso nuragico di Noddule, all’interno di un santuario dedicato al culto delle acque. L’ingresso è preceduto da un ampio vestibolo diviso in due ambienti distinti: il primo richiama le rotonde con bacile tipiche di altri santuari nuragici, mentre il secondo presenta una scalinata che conduce fino alla porta del pozzo, affiancata da due sedili in granito, probabilmente destinati ai riti e alle soste rituali.
Foto CC BY-SA 4.0
L’anima del pozzo è interamente realizzata in trachite, una pietra vulcanica lavorata con incredibile precisione. All’interno, una camera perfettamente circolare intercetta la vena sorgiva, mentre la copertura è costituita da conci di trachite policroma incastrati con maestria per formare una volta a tenuta perfetta. Il risultato è un colpo d’occhio cromatico unico, che testimonia l’alto livello tecnico e simbolico raggiunto da questa antica civiltà.
Al centro della cupola, il concio di chiusura cela un dettaglio affascinante: un incavo scolpito a forma di occhio, forse simbolo di vigilanza divina o apertura al mondo invisibile. Un mistero che, come tutta la Fonte Sacra di Noddule, continua ad affascinare archeologi, studiosi e visitatori.