Il Comune di Elini è stato selezionato per l’avvio di un progetto di servizio civile nazionale, denominato “inform@elini 2011”, che prevede l’impiego, per 12 mesi, di 4 giovani che abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni). I volontari, che riceveranno un compenso di 433,80 euro mensili, per 30 ore settimanali (dal lunedì al venerdì), presteranno servizio all’interno degli uffici comunali, precisamente nello Sportello Informativo e di Servizi del settore Educazione ai diritti del Cittadini, allo scopo di offrire alla cittadinanza maggiore sostegno e facilità nell’accesso ai servizi e al fine di permettere una maggiore tutela dei propri diritti. Dal canto loro i giovani avranno l’opportunità di crescere professionalmente, di potenziare il proprio senso civico, di migliorare le capacità di lavorare in gruppo, di acquisire nuove competenze e conoscenze.

Gli interessati, che in seguito verranno selezionati da apposita commissione, dovranno inviare la domanda di partecipazione all´Ufficio Protocollo del Comune di Elini – Via Pompei n. 27 Elini, entro le ore 14.00 del 28 febbraio 2013. I moduli di richiesta si possono scaricare dal sito ufficiale del comune di Elini .

Per Info:

UFFICIO NAZIONALE DEL SERVIZIO CIVILE
REGIONE sito tematico Servizio Civile

Stiamo parlando della mandorla “Schina de Porcu”, una varietà dolce tipicamente sarda, celebre soprattutto per dare vita ai dolci tradizionali dell’isola. Gli alberi che la producono hanno rami giovani di uno o due anni, come se custodissero in ogni germoglio l’energia della nuova stagione.

Nel guscio, le mandorle misurano in media 28 mm di lunghezza, 25 mm di larghezza e 16 mm di spessore, con un peso di circa 4 grammi ciascuna. I semi, piccoli e a forma di cuore, sono lunghi 21 mm, larghi 14 mm e spessi 6 mm, e 100 semi pesano circa 100 grammi.

Queste mandorle si gustano in mille modi: crude, tostate o direttamente, ma il loro vero talento emerge nei dolci sardi. Dal torrone agli amaretti, dai gueffus ai candelaus, la “Schina de Porcu” diventa spesso l’ingrediente principale, conferendo aroma e dolcezza uniche. Rispetto ad altre varietà, le mandorle sarde contengono meno acqua e più olio: i loro semi custodiscono tra il 38% e il 58% di preziosi olii, pronti a esaltare ogni ricetta.

Il mandorlo in Sardegna ha radici antiche, come si racconta bene nel sito di Laore: un tempo, era un pilastro dell’economia agricola, con coltivazioni specializzate già nei primi del ‘900, soprattutto nel retroterra di Cagliari e nell’agro di Sanluri. Ai primi del XX secolo, il mandorlo dominava i frutteti dell’isola: 6.000 ettari di coltura specializzata e 5.000 di coltura mista. Dopo gli anni ’50, la coltivazione ha conosciuto un lento declino, fino ai circa 2.500 ettari specializzati e 7.000 di coltura mista odierni.

Oggi la mandorla “Schina de Porcu” è anche Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT): la sua lavorazione, conservazione e stagionatura seguono regole tramandate da almeno venticinque anni, unendo sapienza artigiana e gusto autentico, simbolo di un territorio e della sua storia.