La luna nel pozzo al Caffè Letterario
Un incontro tra favola e realtà quello previsto per domenica 27 gennaio ( ore 17) al Caffè Letterario arbataxino. Ospite d’onore dell’appuntamento culturale targato Rosa dei Venti sarà l’omeopata Marinella Mascia, che presenterà in questa particolare occasione al pubblico la
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Un incontro tra favola e realtà quello previsto per domenica 27 gennaio ( ore 17) al Caffè Letterario arbataxino. Ospite d’onore dell’appuntamento culturale targato Rosa dei Venti sarà l’omeopata Marinella Mascia, che presenterà in questa particolare occasione al pubblico la sua prima fatica letteraria, il romanzo intitolato “La luna nel pozzo”. La storia narrata dalla Mascia ci accopagna in un mondo misterioso, tra leggende e antichi rituali. Una storia avvincente che parla di coraggio e lancia un preciso messaggio: mai arrendersi. La scrittrice esordiente offrirà agli affezionati del Caffè alcuni brani tratti dal romanzo. A seguire, la premiazione dei vincitori del concorso letterario amatoriale indetto dagli organizzatori del Caffè e la lettura dei componimenti affidata ad una voce nota e suadente, quella dell’attrice tortoliese Tiziana Murino. Racconta Margherita Musella, leader del movimento culturale: “Sono felice di ospitare Marinella, una persona molto piacevole che ha da offrire un romanzo assolutamente in linea con i principi guida della nostra piccola associazione. Il 2013 è iniziato alla grande per noi, ogni incontro domenicale si arricchisce di nuovi ospiti, nuove proposte e nuovi amici che si riconoscono appieno in questo ambiente sereno e ricco di positività”.

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Tensione a Belvì, turisti israeliani tentano di ammainare la bandiera palestinese in un locale

Un episodio di forte tensione si è verificato a Belvì, dove due turisti israeliani hanno cercato di ammainare la bandiera palestinese esposta all'ingresso di una griglieria.
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Tensione a Belvì, turisti israeliani tentano di ammainare la bandiera palestinese in un locale.
Un episodio di forte tensione si è verificato a Belvì, dove due turisti israeliani hanno cercato di ammainare la bandiera palestinese esposta all’ingresso di una griglieria.
La vicenda è avvenuta nel locale Barbagia Ospitale, conosciuto da oltre trent’anni per essere un crocevia di eventi culturali e un punto di riferimento per la fratellanza tra i popoli. L’accaduto ha scatenato un confronto acceso ma rispettoso con il titolare, Bachis Cadau, che ha ribadito la sua posizione di sostegno alla causa palestinese e l’importanza del rispetto reciproco.
L’incidente si è verificato nella tarda mattinata. Una coppia di motociclisti con targa tedesca ha fatto tappa nella griglieria di via Roma, e, una volta seduti nella veranda esterna, hanno subito esternato il loro disappunto verso la bandiera palestinese che campeggiava all’ingresso. Il disappunto si è tradotto in un gesto provocatorio: i due hanno tentato di ammainare la bandiera.
L’azione ha attirato l’attenzione di tutti i presenti e dello stesso titolare, Bachis Cadau, il quale, insieme agli altri avventori, ha chiesto spiegazioni. La coppia ha risposto di essere orgogliosamente israeliana, mostrando anche un ciondolo con la bandiera del loro Paese, gesto che ha innescato un confronto deciso ma comunque rispettoso.
Cadau, noto in paese anche per il suo impegno nelle battaglie per la sanità territoriale, ha cercato di spiegare le ragioni della sua posizione. Ha affermato che ciò che sta accadendo a Gaza è surreale e atroce, con migliaia di vittime innocenti sotto il peso dell’occupazione israeliana, ma ha anche chiarito che le morti innocenti israeliane fanno parte dello stesso sistema di morte e distruzione. Nonostante la provocazione dei due turisti, il titolare ha risposto con professionalità, ribadendo che il suo è un locale aperto a tutti, ma dove il rispetto è fondamentale. Ha anche specificato che nel territorio di Belvì si sono sempre avuti ottimi rapporti con l’Organizzazione di Liberazione della Palestina.
Per sottolineare la sua posizione, Cadau ha ribadito l’importanza del riconoscimento dello Stato palestinese e ha ricordato che ogni anno, nel suo locale, si commemora la Shoah, un gesto che dimostra come il suo sostegno alla causa palestinese non sia una forma di antisemitismo, ma una battaglia per la giustizia e i diritti di un popolo.

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