Chi si intende di artigianato sa che “Su ballu tundu” non è solo una tipica danza della Sardegna ma anche una delle migliori opere attualmente in circolazione che l’artigianato ogliastrino possa vantare. Si tratta infatti di un arazzo realizzato con l’antico telaio di Urzulei dalle sapienti mani dell’artista-artigiana Elena Mulas. L’opera, un pannello rettangolare che riprende i motivi tipici del ballo tradizionale più famoso dell’isola, è nata dal fortunato sodalizio tra la lana sarda e “s’iscraria”, il nome sardo dell’asfodelo. Dunque, più che una tessitura è una vera e propria opera d’arte che coniuga innovazione e tradizione, frutto di un lungo lavoro di studio e di sperimentazione.

Dopo essere stata presentata a Torino il 26 e il 27 novembre 2011, in occasione della mostra della collezione italiana “150 MANI”, l’esposizione itinerante d’artigianato, arte e design realizzato da CNA e Confartigianato, l’opera verrà esposta il 1° ottobre a Bruxelles, ultima tappa della manifestazione. La rassegna, aperta dalle ore 18.30 fino a tarda sera nel Centro Convegni di Bruxelles, sala 1b, avenue du Port 86c, sarà un evento di grande rilevanza per l’Atelier Artessile di Elena Mulas per far conoscere le sue creazioni all’estero, ma sarà anche un’importante vetrina per tutto l’artigianato sardo.

A Osini, tra boschi e corsi d’acqua poco battuti, si nascondono due piscine naturali capaci di far innamorare al primo sguardo: “Sa Piscina de’ Efigeddu” e “Su Caddargiu”. Luoghi così segreti da sembrare sospesi tra realtà e fantasia, dove il tempo sembra rallentare e il silenzio della natura avvolge ogni pensiero.

Su Caddargiu è un vero capolavoro della natura: circolare, profonda circa 4 metri e dall’acqua color smeraldo, è alimentata da un ruscello che le conferisce un continuo movimento. L’eccesso d’acqua di questa piscina, però, non rimane imprigionato qui: scivola giù formando Sa Piscina de’ Efigeddu, una gemma azzurra che sembra uscita da una cartolina, soprattutto nelle ore del mattino. I raggi del sole, filtrando tra le fronde degli alberi, trasformano l’acqua in un caleidoscopio di sfumature azzurre, rendendo ogni riflesso un piccolo miracolo visivo.

Raggiungere queste piscine non è impresa da poco: occorre attraversare un tratto di fiume con l’acqua che arriva all’altezza delle ginocchia, un piccolo “rito di passaggio” che rende l’immersione ancora più speciale. E come per tutti i tesori nascosti della Sardegna, la loro posizione esatta resta segreta, custodita per proteggerne l’incanto. Per chi desidera scoprirle in sicurezza, l’organizzazione “Alla Scoperta dei Tacchi” offre la guida giusta per vivere quest’esperienza unica senza rovinarne la magia.