Salvatore Calisi, 58 anni, figlio di Cilormo, il vecchio pescatore di Arbatax che curava le ustioni della pelle con la saliva,  è un uomo mite, non ama parlare di sè.  Lo incontriamo vicino al porticciolo di Arbatax, e per raccontarci la sua storia vuole avere vicino il suo  amico, Salvatore.

Scendiamo verso il bar “Star 1” di proprietà di Salvatore Comida,  che lo rassicura e ci racconta di quando si ustionò gravemente al viso e il vecchio  Cilormo  curò le sue ustioni con la saliva, senza lasciargli cicatrici, con grande meraviglia dei medici.  Così riusciamo a conoscere Salvatore Calisi, il guaritore delle ustioni della pelle con la saliva.

Suo padre Gilormo Calisi era conosciuto in Ogliastra e in tutta la Sardegna per la sua capacità di curare il fuoco di Sant’Antonio con la saliva e una preghiera. Il vecchio pescatore di Arbatax (ponzese di nascita, come molti pescatori arrivati  in Sardegna ai primi del Novecento), ora non c’è più, a 94 anni ha lasciato però una preziosa eredità a suo figlio Salvatore: il segreto di una preghiera  e gli enzimi miracolosi della sua saliva.
Salvatore Calisi faceva il pescatore con suo padre  e come il suo vecchio padre, ha scoperto di poter curare con la saliva alcune malattie della pelle, le ustioni in genere,  le verruche, le punture di insetti, di alcuni pesci come le aragne, e il fuoco di Sant’Antonio.

La casetta di Arbatax in via Bellavista dove vive, è nuovamente metà di quanti hanno biosogno del suo aiuto: Salvatore non fa miracoli, recita sottovoce una preghiera a San Silverio protettore di pescatori ponzesi, si unimidisce  con la saliva le dita  e tocca la parte malata, per tre giorni. Non chiede soldi, per vivere basta la pensione.
Salvatore Calisi conduce una vita semplice,  e una dieta rigorosa. La mattina si alza presto, verso le 6 un caffè (l’unico della giornata) al bar del suo amico Salvatore, poi uno sguardo al mare   e se la giornata è buona qualche polpo lo porta a casa.  Come faceva quando usciva in barca col padre. E, come il vecchio padre, Salvatore  aiuta quanti  hanno bisogno.

Un insolito cantiere balneare ad Arbatax: spunta una piscina fai-da-te sulla spiaggia della Capannina.

Ad Arbatax, la tradizionale routine balneare degli ultimi avventori è stata interrotta da una singolare iniziativa che ha trasformato la prima spiaggia della Capannina in un improvvisato stabilimento di lusso, sebbene molto casereccio.

La piscina

Alcuni lettori ci segnalano la presenza di una piscina scavata nell’arenile, un’opera che, sebbene abusiva, non manca di una certa ingegnosità ingegneristica e di una buona dose di audacia estiva.

La buca “di qualche metro” diventa lusso low-cost. La struttura in questione è stata descritta come una vera e propria buca di qualche metro che ricorda una piscina vera e propria. Non si tratta, tuttavia, di un semplice fossato sabbioso, ma di un progetto che ha previsto una lavorazione accurata: l’insolita piscina è stata infatti foderata da un telo cerato per garantire l’impermeabilità e, cosa fondamentale, è stata anche riempita di acqua.

La piscina

Per completare l’opera, la sabbia è stata ammucchiata di lato, probabilmente per creare un argine o, più semplicemente, per liberare lo spazio necessario, dando vita a un piccolo solarium privato. L’effetto finale è quello di una sorta di jacuzzi o, quantomeno, di una piscina privata costruita con mezzi di fortuna.

Se l’iniziativa può strappare un sorriso per l’inventiva, la sua natura non regolamentata ha subito attirato l’attenzione. Trattandosi di un intervento non autorizzato sull’arenile demaniale, sono stati infatti allertati gli uomini della Capitaneria di Arbatax, chiamati a verificare la situazione e a ripristinare il corretto uso della spiaggia.

L’episodio, che dimostra una creatività quasi surreale nel desiderio di un bagno esclusivo, si conclude inevitabilmente con l’intervento delle autorità. Resta da vedere quanto durerà questa stravagante “piscina nella spiaggia” prima di essere smantellata e restituita all’uso pubblico, ma di certo ha fornito un momento di ilarità e una curiosa storia da raccontare ai bagnanti. L’ambizione, si sa, non ha confini, neanche sulla battigia.