Australia, per la prima volta dopo 3mila anni nascono 7 cuccioli di diavolo della Tasmania

Tim Faulkner, presidente di Aussie Ark, che mira a salvare l'iconico marsupiale dall'estinzione, ha salutato le nascite come una «pietra miliare».
Sette diavoli della Tasmania sono nati in Australia per la prima volta dopo quasi 3000 anni. La nascita dei cuccioli al santuario di Barrington Tops è stata annunciata martedì dalle associazioni di beneficenza per la fauna selvatica WildArk, Aussie Ark e Global Wildlife Conservation.
Tim Faulkner, presidente di Aussie Ark, che mira a salvare l’iconico marsupiale dall’estinzione, ha salutato le nascite come una «pietra miliare». Sono solo circa 25 mila i diavoli rimasti allo stato brado in Tasmania dopo che la sua popolazione è stata decimata dalle malattie. I diavoli erano originari dell’Australia continentale, ma furono cacciati fino all’estinzione sulla terraferma dai dingo quasi 3000 anni fa. Alla fine del 2020, 26 esemplari, tra cui sette femmine, sono stati rilasciati nel santuario dell’Australia sudorientale come parte di un programma per reintrodurre l’animale in natura sulla terraferma.

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Geppi Cucciari: “Uno degli insulti che ricevo più spesso è pastora. La pastorizia è un lavoro nobile”

Geppi Cucciari a Bologna, dal palco di Repubblica delle Idee 2025: "Mi insultano per il mio corpo e per le mie origini, ma il termine che usano di più è 'pastora', come se per me fosse un problema".
Sul palco di Piazza Maggiore a Bologna, in occasione della nuova edizione di Repubblica delle Idee 2025, Geppi Cucciari ha affrontato con la sua consueta ironia – ma anche con sincerità – il tema degli attacchi personali e degli insulti ricevuti sui social e nei media. L’occasione è nata da un monologo in cui, prima dei referendum dell’8 e 9 giugno, l’artista aveva incoraggiato il pubblico ad andare a votare. Un gesto civico che ha scatenato, però, una valanga di insulti.
“Dopo quel monologo in cui invitavo semplicemente ad esercitare un diritto democratico, ho ricevuto una quantità assurda di insulti. Come se andare a votare fosse diventato un atto sovversivo”, ha spiegato Cucciari dal palco. Tra i commenti più ricorrenti, quelli sul peso e, ancora una volta, sulla sua origine sarda. “Uno degli insulti che ricevo più spesso è ‘pastora’ – racconta – non si capisce perché dovrebbe essere un’offesa. La pastorizia è un lavoro nobile, duro, faticoso. Essere una pastora, per me, non sarebbe affatto un problema”.
Con il suo stile diretto, Geppi Cucciari ha trasformato l’attacco in riflessione pubblica: sull’identità, sul linguaggio usato in rete, ma anche sul valore dei mestieri legati alla terra e alla tradizione. Un momento applaudito dal pubblico, che ha sottolineato ancora una volta il ruolo della satira come strumento di coscienza civile.

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