I primissimi ad avere il vaccino, a partire dal 25 giugno, saranno gli uomini dell’esercito cinese: l’azienda biotech CanSino ha ricevuto l’ok dalla Commissione Militare Centrale. Concluse le prime due fasi delle sperimentazioni.

Le somministrazioni saranno su larga scala e dureranno un anno. Per ora, il numero non è stato reso noto – come riporta Repubblica – per ragioni di “privacy commerciale”.

Si parla di un prodotto sicuro e capace di attivare il sistema immunitario, almeno in modo parziale.

15 vaccini in sperimentazione nel mondo, 8 sono cinesi. La CanSino ha collaborato con l’Accademia militare delle Scienze. Le sperimentazioni sono state condotte anche sugli umani.

Ma come funziona il vaccino di CanSino? Usa il metodo “vettore virale”, contiene cioè un virus benigno che si diffonde nell’organismo senza creare problemi. Nel genoma di questo virus vettore i ricercatori hanno aggiunto un frammento di Dna artificiale dove sono scritte le informazioni per fare in modo che le nostre cellule creino la proteina spike. La spike è la punta della corona del coronavirus: quella parte che viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario ed è in grado di suscitare una reazione delle nostre difese.

La fase tre, generalmente quella in cui la prova viene condotta su migliaia di persone, in questi tempi d’emergenza viene o saltata o accorpata alla due. La decisione di usare il vaccino su persone sane, come i militari, ha fatto sì che venisse saltata del tutto.

Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.

La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.

I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.

Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.

La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.

Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.