Cina, lo ritrovano dopo 18 anni con una app simile a Faceapp. Era stato rapito a 3 anni
#mondo La app utilizzata può essere riconducibile a Faceapp, ma molto più sofisticata. Il bimbo era stato rapito a 3 anni e, dopo 18 anni, ha potuto riabbracciare i suoi genitori naturali
canale WhatsApp
E’ stato ritrovato dopo 18 anni grazie a un sistema per l’invecchiamento come Faceapp, ma molto più sofisticato e potente. E’ successo in Cina dove un bimbo rapito a 3 anni mentre giocava vicino al cantiere in cui lavorava il padre, ora potrà riabbracciare i suoi genitori naturali. Si chiama, Yu Weifeng, ha 21 anni e studia a Guangzhou. A confermare il buon esito delle indagini è stata la prova del Dna. La tecnologia è stata sviluppata dal colosso hi-tech cinese Tencent.
“Non posso che ringraziare la famiglia che lo ha cresciuto per tutto questo tempo. Noi siamo i genitori biologici, ma sono loro ad averlo fatto diventare l’uomo che è oggi. Per me, da oggi mio figlio ha due mamme e due papà”, ha affermato il padre naturale.
La storia sta avendo molto seguito sui tabloid britannici, anche perché Scotland Yard non esclude di utilizzare una simile tecnologia per provare a risolvere il caso di Maddie McCann, la bimba di tre anni scomparsa in Portogallo nel 2007 e mai più ritrovata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Radiologo salva la sua gatta in fin di vita con la Tac dell’ospedale: il caso finisce in Procura

"E' stato l'unico modo per salvarle la vita", queste le parole del medico dell'ospedale di Aosta.
canale WhatsApp
La vicenda che nelle ultime ore ha fatto il giro dei media nazionali e internazionali approda ora in Procura. La magistratura di Aosta ha infatti aperto un fascicolo — al momento senza ipotesi di reato formalizzate — sul caso del radiologo G.F., responsabile della struttura semplice di Radiologia e neuroradiologia interventistica dell’ospedale Parini, che ha ammesso di aver utilizzato le apparecchiature dell’ospedale per sottoporre la propria gatta, Athena, a una Tac e a un drenaggio toracico dopo una caduta di sei piani.
A portare il caso all’attenzione della Procura è stata la stessa azienda Usl della Valle d’Aosta, che ha avviato accertamenti interni sull’episodio. Il medico ha risposto con una lettera, dichiarandosi disponibile a risarcire eventuali danni economici e spiegando le proprie ragioni: «Di professione faccio il radiologo interventista e sapevo di poterla salvare solo con un intervento tempestivo».
Il direttore generale, Massimo Uberti, aveva già sottolineato la possibile rilevanza penale della vicenda: «Qui ci sono anche ipotesi di reato perseguibili d’ufficio. Il pubblico ufficiale ha l’obbligo di segnalazione». Parallelamente è stata attivata una commissione disciplinare con l’iter di verifica dei fatti, dopo che un collega del primario aveva riferito l’episodio.
La gatta Athena era precipitata dal tetto del condominio per sei piani. Portata inizialmente dal veterinario, erano emersi traumi multipli: fratture posteriori, sospetto pneumotorace, possibili lesioni interne. Vista la gravità, il medico si è recato all’ospedale regionale Parini in un orario in cui le tre Tac non erano in servizio programmato. Verificata l’assenza di pazienti in attesa, ha eseguito un esame di pochi secondi e poi il drenaggio toracico che ha permesso all’animale di tornare a respirare.
«Da quel momento la gatta si è gradualmente ripresa» racconta il medico, che sottolinea di non essere in servizio e di aver agito solo per salvare la vita dell’animale. Athena è uno dei cinque gatti che il radiologo ha adottato nel tempo, tutti salvati dalla strada. «Se non avessi fatto tutto ciò che potevo, e la mia gatta fosse morta, non me lo sarei mai perdonato, anche per i miei figli che la adorano».
La storia continua a suscitare un acceso dibattito sulla gestione delle risorse sanitarie pubbliche, tra chi difende il gesto “salvavita” del medico e chi invoca il rispetto rigoroso delle procedure e dell’uso delle apparecchiature ospedaliere. Ora la parola passa alla Procura, che dovrà stabilire se nell’intervento di quella notte si configurino responsabilità penali o disciplinari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

