«Pronto Polizia? C’è un procione moribondo nella pista ciclabile». Queste devono essere state le parole che il passante ha pronunciato al telefono per avvertire la Polizia della presenza di un animale in pericolo in una pista ciclabile di Bergrheinfeld, un paesino tedesco in Baviera a trecento chilometri a nord di Monaco. La notizia è stata divulgata dall’agenzia di stampa tedesca DPA e sta facendo il giro dei giornali di tutto il paese.

Quando è stato avvistato dal passante, che poi ha chiamato i soccorsi, il procione barcollava e sembrava morente. L’intervento dei poliziotti è stato immediato e, al loro arrivo sul posto, hanno subito capito di cosa si trattava. Gli agenti, infatti, si sono resi conto che il procione non era affatto moribondo ma solo…ubriaco! Di persone che alzano il gomito, quei poliziotti ne avranno visto ogni giorno e i sintomi del povero animale non lasciavano dubbi: camminava a zig zag e barcollava. Ma no, non era reduce dall’Oktoberfest (che peraltro si sta svolgendo a Monaco in questi giorni, ndr)!

Il povero procione, ghiotto di frutta come di tante altre cose, si è ritrovato affamato in una vigna della zona dove era stata fatta la vendemmia e qualche grappolo era stato abbandonato. La scorpacciata di uva, già in stato di fermentazione, ha letteralmente ubriacato l’animale che è stato recuperato poi dai poliziotti e messo in salvo in un terreno vicino dove, all’ombra di qualche pianta, si è fatto una bella dormita per smaltire la sbronza. Non sappiamo, però, se al suo risveglio qualcuno gli abbia offerto poi un caffè amaro che si dice sia un toccasana per il post sbornia.

Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.

La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.

I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.

Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.

La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.

Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.