Lo sapevate? Nel Castello Sforzesco c’è un antico bassorilievo porno
Il bassorilievo osceno si trova in una delle sale del maniero (nel museo di Arte Antica) ed è decisamente particolare: rappresenta una donna che si pettina o, forse, si rade il pube. Andiamo a scoprire il perché di questa rappresentazione.
Lo sapevate? Nel Castello Sforzesco c’è un antico bassorilievo porno.
Il bassorilievo osceno si trova in una delle sale del maniero (nel museo di Arte Antica) ed è decisamente particolare: rappresenta una donna che si pettina o, forse, si rade il pube. Andiamo a scoprire il perché di questa rappresentazione.
La raffigurazione non è sempre stata nel castello: il bassorilievo scolpito nella pietra ornava infatti fino al 1848 uno degli ingressi alla città di Milano, Porta Tosa (Tosa che infatti in dialetto significa ragazza), uno degli ingressi della città, diventata poi Porta Vittoria dopo l’Unità d’Italia.
La figura femminile è raffigurata di fronte, in posizione eretta e con le gambe divaricate, con la mano destra solleva la parte anteriore della veste, mentre con la mano sinistra compie l’atto di radersi il pube con una lama.
Chi era quella ragazza? Probabilmente una prostituta: pettinarsi il pube era un’usanza frequente nel XII secolo fra le donne di strada per eliminare i pidocchi. Inoltre la rasatura era una pena inflitta alle prostitute e alle adultere. Probabilmente quella donna era Beatrice di Borgogna, la moglie dell’odiato Federico Barbarossa che nel 1162 aveva portato lo scompiglio in città. Tanto odiata dai milanesi che questa donna fu probabilmente fu raffigurata nei panni di una prostituta.
Secondo altri potrebbe essere Leobissa, l’imperatrice di Costantinopoli che negò ai cittadini milanesi l’aiuto per ricostruire la città distrutta dal Barbarossa.
Leobissa avrebbe negato ai cittadini milanesi che si erano recati da lei a Costantinopoli, l’aiuto per ricostruire la città distrutta da Federico, con il quale era imparentata.
Una leggenda metropolitana dice che questo nome era dovuto all’alto numero di belle ragazze (“tose” nel dialetto milanese) nel quartiere di Porta Tosa.
Possibile anche comunque che Tosa sia una contrazione del nome Tonsa, cioè rasata.
La scultura reca anche un’effigie che purtroppo non è più ben leggibile, ma lascia intravedere le scritte EST PORTA T e CTONSE.
La raffigurazione a cui è stato dato il nome di Tosa Impudica (o Donna impudica), resta comunque di difficile interpretazione.
Alcuni sostengono che si tratti di un’immagine celtica con funzioni scaramantiche (per scacciare il malocchio), poiché i Celti erano soliti raffigurare donne che esibivano le parti intime.
C’è anche chi dice che la statua raffiguri una giovane milanese che all’arrivo delle truppe nemiche del Barbarossa (nel 1162), si sia alzata le vesti scoprendo le zone intime con lo scopo di distrarre i soldati che stavano per invadere la città.
La scultura è stata asportata dal luogo di origine per ordine del cardinale Carlo Borromeo, il “castissimo”, come poi sarà chiamato nel processo di beatificazione.
Il Castello Sforzesco è un grande complesso fortificato situato poco fuori dal centro storico della città. Si tratta di uno dei più grandi castelli d’Europa e di uno dei principali simboli di Milano e della sua storia.
Fu eretto nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione medievale del XIV secolo nota come Castello di Porta Giovi. Nella stessa area in cui sorgeva il Castello di Porta Giovia, in epoca romana, sorgeva l’omonimo Castrum Portae Jovis, uno dei quattro castelli difensivi della Milano romana.
Notevolmente trasformato e modificato nel corso dei secoli, il Castello fu, tra il Cinquecento e il Seicento, una delle principali cittadelle militari d’Europa; restaurato tra il 1890 e il 1905, è oggi sede di istituzioni culturali e di importanti musei.
Il Castello come accennato fu la sontuosa residenza degli Sforza, che governarono la città di Milano tra il XV e il XVI secolo: prima che diventasse il Castello Sforzesco, in origine la struttura era una fortezza fatta costruire da Galeazzo II Visconti nel 1358 a difesa della città medievale. Ma è solo sotto gli Sforza che assume l’aspetto attuale con l’aggiunta della caratteristica torre del Filarete, alta circa 70 metri, andata in seguito distrutta e quindi ricostruita all’inizio del ‘900. Oggi sede dei musei civici, il complesso conserva la Piazza d’Armi e la Corte Ducale. Da un passaggio nella parte posteriore si accede al Parco Sempione, un tempo giardino privato della reggia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA