Lo sapevate? A Milano c’è un teatro che fu il primo a sperimentare la luce elettrica

C'è anche un'altra curiosità: il teatro non aveva un soffitto. Vi raccontiamo tutto nel nostro nuovo articolo.
Il primo teatro in Italia a sperimentare la luce elettrica? Fù il Teatro Fossati di Milano, punto di riferimento del teatro dialettale meneghino, che nel 1881 diede il via all’importante sperimentazione tecnologica.
Il Teatro Fossati ha una lunga storia che affonda le sue radici nell’800 quando il costruttore milanese Carlo Fossati, conosciuto anche per il suo fiuto negli affari, acquistò per una modica cifra, parte dell’ex convento sconsacrato di Santa Maria degli Angeli, decidendo di cambiarne la destinazione d’uso. Nel 1859 venne così fondato e costruito il Teatro Fossati, su progetto dell’architetto Fermo Zuccari.
Si trattava di una struttura attrezzata per rappresentazioni sceniche diurne con una particolarità: il teatro non aveva il soffitto. Questo infatti consentiva agli spettatori non solo di godersi lo spettacolo sul palcoscenico, ma durante le belle giornate si poteva anche ammirare la volta celeste. La struttura è situata in Corso Garibaldi, non a caso nella facciata sono presenti due statue raffiguranti Giuseppe Garibaldi e sua moglie Anita.
Il Fossati nel corso degli anni divenne subito uno dei palcoscenici più attivi della città tanto da esser soprannominato dai milanesi “la vigna d’or”, per l’alto numero di incassi che portava all’imprenditore Fossati. La programmazione alternava spettacoli in dialetto milanese con un repertorio drammatico. Il successo di questo struttura popolare fù incredibile, tanto da ospitare sul palco, nel 1912 artisti del calibro Franz Kafka. Nel 1889 fù addirittura il primo teatro a sperimentare la luce elettrica.
Il successo però culminò nel 1925 quando il teatro venne trasformato in un cinema: questa fase segna il declino della struttura, che pochi anni dopo verrà chiusa ed abbandonata. Oggi il teatro ha finalmente una nuova vita grazie a Giorgio Strehler che nel 1979 lo recuperò facendolo restaurare e inserendolo nel complesso del “Piccolo Teatro”.

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