Monumenti milanesi: San Lorenzo Maggiore, la chiesa più antica della città
Costruita alla fine del IV secolo, San Lorenzo Maggiore è la basilica più antica della città, una delle più antiche d’Italia. Scopriamo insieme i segreti di questo luogo caro ai Milanesi, edificato in parte con materiali di recupero di epoca romana e scampato attraverso varie epoche a situazioni non sempre facili.
Monumenti milanesi: San Lorenzo Maggiore, la chiesa più antica della città.
Costruita alla fine del IV secolo, San Lorenzo Maggiore è la basilica più antica della città, una delle più antiche d’Italia. Scopriamo insieme i segreti di questo luogo caro ai Milanesi, edificato in parte con materiali di recupero di epoca romana e scampato attraverso varie epoche a situazioni non sempre facili.
Le circostanze della fondazione sono tuttora incerte, così come ignoto è il costruttore ma il fatto che sia la più antica è testimoniato da alcuni studi che la identificano con la Basilica Portiana che l’augusto di Occidente, Valentiniano I, avrebbe fatto erigere per l’ariano Aussenzio, vescovo della città lombarda dal 355 al 374. Se così non fosse la sua costruzione sarebbe, comunque, di poco posteriore e risalirebbe ad un periodo compreso tra il 390 e il 402, commissionata dall’imperatore Teodosio I o dal generale Stilicone.
Neppure il terribile incendio del 1071, o la furia distruttiva del Barbarossa oppure il famigerato crollo della cupola nel 1573, riuscirono a cancellarne la memoria, la basilica infatti riuscì a rinascere ogni volta, come un’araba Fenice, dalle sue ceneri e modificandosi e ingrandendosi nel tempo, pur rimanendo sempre, per Milano, simbolo dell’eredità romana imperiale.
Infatti di epoca romana sono le sedici colonne marmoree, antistanti la facciata, sormontate da trabeazione. Le colonne appartenevano a un edificio pubblico ancora più antico, forse le famose terme volute da Massimiano (molti edifici termali furono poi modificati in basiliche), ma vennero utilizzate per completare il quadriportico che precedeva l’accesso al luogo sacro.
La chiesa di San Lorenzo Maggiore fu modello di riferimento per altri celebri templi del Cristianesimo come la Basilica di San Vitale a Ravenna nonché uno dei più importanti capolavori dell’Alto Medioevo e dell’arte Paleocristiana.
Presenta una pianta molto complessa con il corpo principale costituito da un quadrato con i lati arrotondati in quattro grandi absidi. Al centro svetta il tiburio ottagonale che nasconde la cupola interna. L’enorme cupola fu progettata da Martino Bassi e dopo il crollo del 1573, fu ricostruita dallo stesso e portata a termine dall’architetto Quadrio. Intorno al V secolo venne probabilmente eretto il meraviglioso colonnato marmoreo come prospetto scenografico, costituito da elementi come fusti, basi, capitelli e frammenti di architrave risalenti al II secolo d.C. e recuperati dall’edificio pubblico di cui si parla sopra. A completare l’imponente struttura le quattro torri campanarie, di pianta quadrata.
All’interno il deambulatorio (il corridoio posto intorno al coro e all’abside) viene separato dalla parte centrale da esedre interne ad arconi: le esedre sono su due livelli e quello superiore va a formare il matroneo. L’area centrale della chiesa è sovrastata dalla grande cupola ovoidale, a spicchi, traforata da finestre: al centro presenta un oculo, coperto da una lanterna. Alcune delle cappelle furono aggiunte in seguito alla primitiva costruzione della basilica.
La Cappella di Sant’Ippolito ha una pianta a croce greca all’interno e ottagonale all’esterno ed è coperta da una cupola emisferica: priva di decorazione.
La Cappella di San Sisto riprende le forme di quella di Sant’Ippolito e sulle volte è decorata con affreschi. Una scaletta, riscoperta nel 1911, scende in un sotterraneo, dove sono visibili fondazioni costruite con materiale di recupero, forse proveniente dall’anfiteatro d’età imperiale.
Dietro alla Basilica c’è un parco da cui si ha un’ampia visuale di tutto il complesso ecclesiastico: è il luogo, molto famoso, che una volta veniva usato per le esecuzioni, tra cui quella raccontata da Alessandro Manzoni in Storia della Colonna Infame, una delle sue opere più note.
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