Lo sapevate? A Milano c’è un quartiere che sembra un paese
Situato ai confini di Milano, Baggio è un quartiere decisamente atipico: è inserito nel tessuto cittadino ma ha mantenuto l’identità di antico paesino. Il suo centro storico vi farà dimenticare di essere in una delle metropoli più moderne e tentacolari d’Europa. Vecchi negozi, nuove botteghe originali si alternano nel tessuto urbanistico del quartiere, i vecchi cortili delle case e gli scorci più caratteristici vi faranno ritornare indietro nel tempo. Consigliati gli ormai tradizionali aperitivi o i pranzi e le cene nelle tante osterie del borgo, dove potrete assaggiare i piatti tipici della cucina locale.
Lo sapevate? A Milano c’è un quartiere che sembra un paese.
Situato ai confini di Milano, Baggio è un quartiere decisamente atipico: è inserito nel tessuto cittadino ma ha mantenuto l’identità di antico paesino. Il suo centro storico vi farà dimenticare di essere in una delle metropoli più moderne e tentacolari d’Europa. Vecchi negozi, nuove botteghe originali si alternano nel tessuto urbanistico del quartiere, i vecchi cortili delle case e gli scorci più caratteristici vi faranno ritornare indietro nel tempo. Consigliati gli ormai tradizionali aperitivi o i pranzi e le cene nelle tante osterie del borgo, dove potrete assaggiare i piatti tipici della cucina locale.
Baggio è uno dei quartieri meno considerati di Milano, eppure ha tantissimo da offrire.
Si tratta di un borgo di periferia inserito nella città, con un centro storico recentemente riqualificato, in cui trascorrere ore piacevoli.
Non ha niente di maestoso e monumentale ma è un luogo ricco di storia. In questi anni il quartiere sta vivendo una fase di grande rilancio con l’apertura di nuove attività commerciali e artigianali, che si affiancano a quelle storiche, rendendo il quartiere più bello e interessante.
Da qualche tempo qui a Baggio si assiste a una vera e propria rinascita culturale e umana e camminando per le vie del centro storico, Via Ceriani, Via Pistoia, Via Dalmine, Via delle Forze Armate si respira un’atmosfera tutta particolare. Le persone sono cordiali e hanno tante storie da raccontare. Giovani e anziani, milanesi che ancora parlano il dialetto (fatto ormai raro a Milano) e immigrati, tanti intellettuali e artisti, cittadini più semplici, artigiani, donne di una volta, e tanti bambini.
Le prime testimonianze storiche di insediamenti umani legati al territorio risalgono a un’epoca molto antica, con buona probabilità già di epoca celtica, sicuramente romana (IV secolo d.C). La prima testimonianza del toponimo Baggio è però molto successiva ed è utilizzata per la prima volta nell’873 d.C.
L’origine del nome Baggio ha diviso gli studiosi: qualcuno ipotizza derivi da una torre militare romana denominata Badalocum (bada al luogo) che doveva dominare le campagne e la strada per Novara; altri invece lo fanno derivare da un’abbazia o torre del terrapieno denominata badia aggeris, nome che successivamente si è trasformato in Badagio, Badaglo, Badaxio, fino all’odierna Baggio.
Nel 221 a.C. l’intero territorio venne conquistato dai Romani, i quali accompagnavano a ogni conquista un’intensa opera di civilizzazione che si traduceva nella costruzione di strade e centri abitati.
Secondo la tradizione nel punto più elevato della zona sorse, successivamente, una torre di guardia e di avvistamento che doveva dominare le campagne e la strada per Novara e Vercelli. In epoca medioevale tale punto fu denominato Baggio.
Baggio, nel corso della sua storia, è sempre stata un’entità indipendente da Milano, con un’economia essenzialmente agricola. Con l’introduzione in Italia del gelso, nella seconda metà del XV secolo, i Baggesi si specializzarono nell’allevamento dei bachi da seta; il territorio fu quindi, per un lungo periodo, legato ad attività agricole e tessili e le cascine diventarono il simbolo della rinascita economica.
Il quartiere è lambito nei suoi confini orientali dal Parco delle Cave, uno dei più grandi polmoni verdi della città, e diventato uno dei più suggestivi parchi milanesi anche grazie a un intervento di riqualificazione attuato negli ultimi trent’anni.
Il detto Và a Bagg a sonà l’ôrghen, ovvero va’ a Baggio a suonare l’organo, si riferisce alla presenza di un organo dipinto all’interno della chiesa di Baggio, perché la chiesa per mancanza di fondi non aveva potuto permettersene uno vero. Il modo di dire viene utilizzato quindi per sottolineare la falsità di alcune persone, equivalendo al mandare al tal paese o anche vai a farti un giro in quanto Baggio dista circa 9 km da piazza del Duomo.
Il detto, di origini antiche, può sembrare falso a chi visita oggi la chiesa vecchia di Baggio (nella quale è conservato un organo costruito dall’organaro Edoardo Rossi nel 1926). In realtà l’attuale chiesa vecchia non è altro che una ricostruzione, eseguita nella seconda metà del diciannovesimo secolo, della ben più antica chiesa parrocchiale le cui origini si fanno risalire all’XI secolo, abbattuta perché considerata pericolante. Gran parte del materiale marmoreo e lapideo della chiesa originaria è oggi conservato al museo archeologico di Milano.
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