Milano, divieto di balneazione in Darsena: ma le persone continuano a tuffarsi

Nonostante il divieto di balneazione e le tragedie che si sono consumate negli anni, qualcuno continua a tuffarsi nella Darsena... cosa ne pensate?
Milano, divieto di balneazione in Darsena: ma le persone continuano a tuffarsi.
Nonostante il divieto di balneazione e le tragedie che si sono consumate negli anni, qualcuno continua a tuffarsi nella Darsena… cosa ne pensate?
Tuffarsi nel Naviglio o fare il bagno in Darsena a Milano, per qualcuno, è una trasgressione estiva. Per tanti altri, una goliardia, un modo di fare visualizzazioni su Tiktok. Per altri, invece e purtroppo, è stato un gesto che ha portato, tragicamente, alla morte.
Con l’arrivo della stagione estiva, i grandi caldi e l’afa che si abbatte fra le vie meneghine senza pietà, sono in tanti ad accarezzare l’idea di fare un tuffo nella Darsena e nei Navigli. È di per sé un’idea che Palazzo Marino e le autorità tendono a scoraggiare, con multe e cartelli di divieto annessi, ma senza grandi risultati. Era il 2017 quando il consigliere Enrico Marco (lista civica legata al sindaco) proponeva una balneazione regolamentata e responsabile in alcune zone, per esempio nella parte della Darsena più vicina a Porta Genova, nel tratto finale di Viale d’Annunzio. Il piano era quello di fare dei tentativi, controllati e monitorati dalle forze dell’ordine, durante il weekend e in orari prestabiliti. Di questa iniziativa non se n’è poi fatto più nulla, anche perché aveva lasciato perplesso il Sindaco Sala e anche molti cittadini.
L’idea di una Darsena balneabile sembra, per ora, una chimera. E perché? In primo luogo perché, sebbene le acque del naviglio vengano utilizzate per i campi e arrivino dal fiume Ticino, non sono propriamente pulite. Nel tratto cittadino, per intenderci, quello che dai Navigli sfocia in Darsena, la composizione chimica dell’acqua risente delle barche a motore, degli animali (anatre e nutrie) e, naturalmente, di tutta la spazzatura che viene buttata in acqua dai frequentatori dei locali della movida. Insomma, il ristagno del piccolo porto e i rifiuti non rendono la Darsena un perfetto lido cristallino. È un problema d’igiene quindi, accomunato al fatto che la sicurezza e il “decoro urbano” sono comunque un motivo di preoccupazione per chi abita in quella zona.
È pur sempre vero che fino a qualche anno fa si organizzava il “Cimento invernale”, una gara di nuoto inaugurata nel 1895 a cui partecipavano diversi atleti, anche della scuola Canottieri. Però, si tratta di un evento organizzato e la cui preparazione delle acque e della sicurezza inizia alcune settimane prima della gara. Sul quotidiano, è difficile rendere la Darsena balenabile, anche per i problemi di sicurezza dovuti alle correnti del Naviglio e al letto del canale che, vista la maleducazione di molti, è diventato un cimitero di bottiglie, lattine e mozziconi di sigaretta.
È passato poco più di un mese dall’ultima tragedia avvenuta in Darsena. Un ragazzo di circa 20 anni, tuffatosi probabilmente per recuperare qualcosa, è morto annegato. A nulla è servita la rianimazione dei soccorritori, e nemmeno i tentativi dei vigili del fuoco per tirare il ragazzo verso la riva. Fare il bagno in Darsena è pericoloso, oggi come oggi. Si può sognare di renderla balenabile, ma per il momento è e deve rimanere solo un luogo in cui sedersi, bere qualcosa, mangiare un gelato, godersi una pizza su una panchina. Nonostante questo sia il pensiero di molti, c’è ancora qualcuno che per goliardia e intraprendenza si tuffa e sfida la sorte. È un gesto pericoloso e, almeno per il momento, da scoraggiare in ogni modo.

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