Così nasce un focolaio: ecco come un positivo ha contagiato 126 persone in Piemonte
Un epidemiologo piemontese ha ricostruito la catena di contagi partita da un positivo al Covid: il singolo caso sfuggito al controllo è diventato la miccia di un focolaio tra i più vasti nel Piemonte
Dalla Repubblica Dominicana fino al Piemonte. Ecco come un giovane residente a Vercelli ha creato uno dei focolai tra i più vasti nel Piemonte. A ricostruire la catena di contagi è l’epidemiologo Fabrizio Faggiano, già componente dell’unità anti-Covid-19 in Valle d’Aosta, professore di Igiene a Torino.
Come riportato da Il Corriere della Sera, tutto comincia il 13 luglio quando il giovane rientra dalla Repubblica Dominicana, il suo paese d’origine, per i cui cittadini era previsto l’isolamento domiciliare, e torna a Vercelli dove vive. E’ lui il paziente zero. In un secondo momento, il ministero della Salute segnala la presenza a bordo dell’aereo di un soggetto positivo. Ma il dominicano non si autodenuncia e non viene quindi disposta per lui la quarantena.
A quel punto il giovane va in piscina dove contagia una coppia di amici che a loro volta contagiano 33 colleghi di lavoro; poi va in discoteca dove trasmette il virus al gestore del locale e ad altre 58 persone tra clienti e personale che infettano inconsapevolmente 15 familiari. Ma non è finita qui perché una delle persone presenti alla serata in discoteca si reca nei giorni successivi in un bar e infetta alcuni clienti del locali. Uno di loro, il 14 agosto, partecipa a un funerale dando origine a 6 positività tra i presenti e altre 6 tra i loro familiari.
Insomma, da quanto rilevato nello studio, un singolo caso di importazione nell’arco di 25 giorni ha dato il via a una catena di 126 contagi certi. In conclusione: il 12% dei contagi sono avvenuti in ambiente amicale/familiare, il 26% in ambito lavorativo, il 62% in un contesto di svago.
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