Friuli: disegnata una svastica sulla porta di casa di una deportata ad Auschwitz

#Italia Ancora un episodio di antisemitismo: una svastica è comparsa sulla porta di casa di una deportata ad Auschwitz. Poi, il simbolo nazista, è stato coperto con un cuore
Ancora un episodio di antisemitismo: una svastica è comparsa ieri vicino Udine sulla casa dove visse Arianna Szorenyi che il 16 giugno 1944 fu deportata assieme ai familiari ad Auschwitz. Il simbolo nazista è stato disegnato con un pennarello nero accanto alla porta, e poi ricoperto con un cuore. A riportare il fatto è Repubblica. Oggi davanti la casa di Szorenyi è prevista una manifestazione.
Ultimamente simili episodi si sono ripetuti in varie parti d’Italia: una scritta antisemita era infatti comparsa a Mondovì, in provincia di Cuneo sulla porta dell’abitazione di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck come politica, ma testimone dell’Olocausto. Qui qualcuno ha pensato di scrivere le parole “Juden hier”, qui abita un ebreo, e una stella di David come quelle usate dai nazisti per identificare gli ebrei.
Il 28 gennaio era stata la volta di Vicenza. Fuori dalla sede del Pd, non lontana da quelle di Anpi e Arci era stato appeso un foglio con la scritta: “27 gennaio giornata della memoria ricordiamoci di riaprire i forni: ebrei, rom, sinti, froci, negri, comunisti ingresso libero”. Sotto una svastica e la sigla “SS VI”, che sta per la milizia speciale tedesca di Verona.
Fonni: recuperato un “barraccos”, antico ovile, con tetto “a iscandulas”, con materiali e tecniche tradizionali

Un’operazione di grande valore ambientale, paesaggistico e sociale, che riporta alla luce la straordinaria eredità del mondo agro-pastorale sardo.
Prosegue con successo il progetto di recupero del patrimonio rurale sardo promosso dall’Agenzia Fo.Re.S.T.A.S., che a Fonni, nel cuore del Gennargentu, ha restituito nuova vita a un altro antico ovile all’interno del cantiere forestale di Monte Novu.
Gli operai dell’agenzia regionale hanno restaurato fedelmente la struttura originaria, mantenendo materiali e tecniche costruttive della tradizione locale.
In particolare, il recupero ha riguardato uno dei caratteristici “barraccos”, le antiche abitazioni montane dei pastori, simili ai più noti “pinnettos”, costruite in pietra e coperte con il tradizionale tetto “a iscandulas”. Queste tegole in legno, chiamate anche “túeras”, sono realizzate a partire dal “durame” delle roverelle secche (Quercus pubescens), tagliate longitudinalmente per formare pesanti tegoloni, ciascuno dei quali può raggiungere anche i 100 kg. Nonostante la complessità del lavoro manuale richiesto, la soddisfazione di restituire dignità e bellezza a questi luoghi è immensa.
Il progetto si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione del paesaggio rurale sardo, portata avanti attraverso la R.E.S. – Rete Escursionistica della Sardegna. A Fonni, oltre al recupero degli antichi ovili, gli operai Forestas stanno lavorando anche alla manutenzione e tracciatura dei sentieri montani del Gennargentu, riscoprendo e applicando tecniche costruttive antiche che rischiavano di andare perdute.
L’intervento non è solo un’opera di conservazione architettonica, ma anche un contributo concreto alla memoria storica e all’identità culturale del territorio. Un’operazione di grande valore ambientale, paesaggistico e sociale, che riporta alla luce la straordinaria eredità del mondo agro-pastorale sardo.

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