Reggio Emilia, si è arreso il condannato che aveva sequestrato cinque persone dentro l’Ufficio Postale

«Non è una persona cattiva, non so cosa gli è saltato in mente, però 19 anni per due telefonate sono 19 anni», ha detto la nipote intervistata dai giornalisti fuori dall'ufficio postale.
Un uomo condannato qualche giorno fa per ‘ndrangheta nel maxi-processo “Aemilia”, si è rinchiuso in un ufficio postale di Pieve Modolena (frazione di Reggio Emilia). L’uomo, Francesco Amato, irreperibile dal giorno ella sentenza, è armato di coltello e ha preso cinque persone in ostaggio.
Amato, originario di Rosarno (Calabria), era stato arrestato il 28 gennaio 2015 ed è stato condannato a 19 anni dai giudici del Tribunale di Reggio Emilia, nell’ambito dell’inchiesta “Aemilia”, relativa ai traffici delle cosche calabresi in Emilia.
Dei cinque ostaggi una è già stata liberata ed è stata soccorsa dal 118 dopo aver accusato un mancamento. «Sono quello condannato a 19 anni in Aemilia, ammazzo tutti – ha detto l’uomo entrando nell’ufficio postale con un grosso coltello da cucina – Voglio parlare con Salvini».
«Non è una persona cattiva, non so cosa gli è saltato in mente, però 19 anni per due telefonate sono 19 anni», ha detto la nipote intervistata dai giornalisti fuori dall’ufficio postale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA