La mobilitazione dei dipendenti dell’Aias di Cortoghiana per avere le nove mensilità arretrate è andata avanti con modalità clamorose ed estreme come lo sciopero della fame. Sino a questa notte quando i lavoratori hanno deciso di interrompere il digiuno. La notizia è
Le fibrillazioni tra i dipendenti dell’Aias in arretrato di nove mensilità non si placano. Un nuovo capitolo della vicenda,dopo le manifestazioni dei mesi scorsi, è quello che vede protagonista un gruppo di dipendenti dei centri di Cortoghiana, Domusnovas e Assemini
Da otto mesi non riceve stipendio e così, per la disperazione, ha deciso di iniziare uno sciopero della fame. Questa la decisione estrema di Antonello Repetto, sindacalista Cisal, dipendente dell’Aias di Cagliari e pacifista. Da domani presidierà i cancelli della
L’Aias, nel mirino di dipendenti e sindacati per i ritardi nei pagamenti dgli stipendi, tende una mano alla controparte. E lo fa dando la disponibilità ad incontrare le organizzazini sindacali e nel contempo difendendosi dall’accusa di effettuare licenziamenti facili e
Ventisette raccomandate, recapitate a mano, per altrettante sospensioni dal lavoro. È l’ultimo, increscioso capitolo della vertenza Aias. Il braccio di ferro tra dipendenti e associazione và avanti da otto mesi e cioè da quando l’associazione che fa capo alla famiglia Randazzo
Nella manifestazione di protesta degli oltre 250 lavoratori dell’Aias Sardegna, che ieri pomeriggio reclamavano di fronte alla sede di viale Poetto il pagamento di otto mensilità arretrate, si è insinuato l’occhio indiscreto di una telecamera. Una presenza inquietante che avrebbe
Cinquanta sedi in tutta l’isola, 1240 tra medici, terapisti della riabilitazione, educatori, assistenti sociali, infermieri, operatori socio sanitari, ausiliari socio sanitari, autisti e personale amministrativo. Che da circa 8 mesi non percepiscono lo stipendio. Sono questi i numeri di una dramma