L’autunno volge ormai al termine e nel prossimo fine settimana, l’ultimo di questa stagione, si concluderà il viaggio di Autunno in Barbagia, una fantastica avventura nel cuore della Sardegna, trascorsa in un soffio, alla scoperta di indimenticabili gioielli dell’entroterra isolano.
Un’immagine suggestiva di via Roma nel 1959: si notano le macchine, le Vespa e Lambretta dell’epoca, e il Caffè Torino, proprio come adesso, sotto i portici. Incuriosisce la presenza di un signore, vicino a una colonna, che guarda l’obiettivo del
Atmosfere retrò sulla terrazza Umberto I del Bastione edificata da pochi decenni. Si notano alcuni signori all’ombra degli alberi, bambine che giocano e altre donne in primo piano, sulla destra. Gli orrori della guerra e i bombardamenti sulla città che
Subito dopo il tribunale, percorrendo a ritroso via Tuveri, sulla sinistra troviamo una serie di caseggiati che facevano e fanno parte di un vecchio quartiere, una serie di vicoli e spazi nei quali il tempo sembra essersi fermato. Adesso ci
Una Cagliari in bianco e nero si vede in questa foto datata 1961: le auto dell’epoca, il filobus, il traffico non ancora rilevante all’incrocio con via Dante. Si notano in alto il Regio Arsenale, poi trasformato nella Cittadella dei Musei,
Ultimo fine settimana autunnale e ultimo appuntamento, il sedicesimo, con la magia e l’incanto del viaggio di Autunno in Barbagia. Dopo mesi trascorsi a girovagare nel cuore profondo della Sardegna, la mostra itinerante che ci ha fatto conoscere le ricchezze
Le auto dell’epoca e lo sguardo dei passanti in una bella foto in bianco e nero di una Cagliari molto differente da quella attuale. Il Corso non è pedonale ma non appare trafficato così come diventerà solo pochi decenni dopo.
Le auto, le Vespe e le Lambrette (senza caschi) lì dove ora ci sono striscia pedonale e ciclabile, i casotti, ville che in parte non esistono più: guardate com’è cambiato il Poetto. Meglio allora o adesso?
Siamo in via Sant’Alenixedda, dietro il Parco della Musica, in una zona un tempo chiamata Istelladas, nei pressi del quartiere di Villanova. Nel 1885, quando il Consiglio civico deliberò l’acquisto del fondo di Villa Muscas, per erigervi una scuola di
Molentargius significa “asinai” o “conduttori di asini” e deriva dal sardo “molenti”, cioè asino, animale chiamato così perché girava la mola. Prima nelle zone dello stagno i conduttori di asini erano indispensabili per il trasporto del sale che veniva estratto