Una bella foto seppiata del Largo Carlo Felice nel 1909. In mezzo alla strada, allora priva di macchine e traffico, i piccioccus de crobi in attesa delle signore da aiutare davanti al mercato. Si riconoscono le grandi ceste che servivano
La Cagliari che non c’è più: una curiosa cartolina postale del 1908. Sei bambini guardano in alto, braccia conserte e sguardo sognante: “Unu saludu de Casteddu”. L’ironia di un tempo in una semplice e allo stesso tempo attualissima cartolina.
Una giornata estiva al Poetto quasi cinquant’anni fa. Una ragazza si affaccia e guarda il mare leggermente agitato. Sullo sfondo le cabine e i passanti.
Notturno d’epoca in questa bella cartolina del 1959. Auto del periodo, la pubblicità della Campari, atmosfere romantiche, piazza Matteotti e la stazione per una città che non esiste più.
Una bella foto in bianco e nero di via Roma nel 1960. L’Italia del boom economico si nota anche in Sardegna e il salotto buono di Cagliari si mette in mostra in una cartolina tipica dell’epoca. Passeggiate, auto, Vespa e
Una bella foto di via Bacaredda nel 1956. In primo piano il palazzo dell’Intendenza di Finanza (1953-55) di Oddone Devoto, tra via Carducci e via Manzoni (dove non sono ancora presenti i palazzi a più piani). Un recente intervento di
La Cagliari che non c’è più: piazza Matteotti in una foto del 1953. Una bella foto di quello che allora era un vero e proprio giardino: Cagliaritani a passeggio davanti al Municipio. Tante le differenze: sulla destra il distributore della
La Cagliari che non c’è più: il largo Carlo Felice in una foto colorata del 1930. Cagliari senza traffico, mercantili in porto e un’immagine rara di una città molto diversa da quella di quasi novant’anni fa. Si notano l’assenza di
La Cagliari che non c’è più: via Roma e viale Regina Margherita 115 anni fa. Ficus e alberi bassissimi, un carretto, non ci sono aperitivi, né ristoranti. Sulla destra la ciminiera della Manifattura Tabacchi, per una Cagliari diversa e bellissima.
C’è la Sella del Diavolo, si vede il mare, il cimitero di Bonaria e la basilica omonima in “perenne” costruzione ma in primo piano si notano edifici e spazi che non esistono più. Campi, orti, veri e propri appezzamenti di