Sorride il S.Elena, Selargius e Frassinetti no. Azzurra e Armungia sempre a braccetto.

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Mentre Olbia e Arzachena si sono già “accaparrate” per Capodanno Mengoni e Achille Lauro, dal Comune di Cagliari arriva una posizione chiara, una visione precisa: meno spettacolo di una notte, più investimenti sulla cultura diffusa.
«Qualcuno dice che Cagliari offre meno rispetto ad altre città – ammette Marta Mereu, presidente della commissione cultura del Comune –. Può essere vero, ma è una scelta politica, non una rinuncia. Abbiamo deciso di non concentrare risorse in un unico evento, ma di sostenere la progettualità culturale lungo tutto l’anno».
Una linea che, spiega Mereu, nasce da un’idea di cultura come bene pubblico e motore di comunità. «Per noi la cultura non è un evento spot – sottolinea –. È una responsabilità pubblica, un investimento che tiene insieme artisti, operatori, luoghi e cittadini».
I numeri danno il senso della strategia: nel 2024 il Comune ha destinato 670 mila euro ai bandi annuali per attività di cultura e spettacolo, e 200 mila euro ai bandi triennali, sostenendo oltre 200 manifestazioni e progetti in città. Per il 2025 sono già stati stanziati 400 mila euro per i bandi annuali e 514 mila euro per quelli triennali, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente le risorse entro fine anno.
Ma Capodanno non scompare, cambia forma. «Sarà una festa diffusa – conferma Mereu – che animerà tre piazze della città. Investiamo su qualità, produzioni locali e percorsi che lasciano valore sul territorio. Il Capodanno non è il punto d’arrivo, ma una tappa di un progetto più ampio».
L’obiettivo resta ambizioso: fare di Cagliari una meta turistica di riferimento anche per le festività. «Ci stiamo muovendo in modo sempre più coordinato con la Regione e con gli operatori turistici – aggiunge – per pianificare in anticipo voli, ospitalità e promozione. Vogliamo offrire un’esperienza che unisca cultura, turismo e qualità dell’accoglienza».
E conclude con un messaggio politico chiaro: «La nostra amministrazione non fa “bella figura” per una notte. Fa politica culturale. Mette risorse, si assume responsabilità, punta a risultati duraturi. Una città viva non si misura dal rumore di Capodanno, ma dall’energia culturale che riesce a generare ogni giorno. È questa la direzione su cui continuiamo a investire e credere».