Vertenza Alcoa. Gli operai protagonisti di una ‘soap’ su Rai Tre
canale WhatsApp

«Se riuscite a cucinarlo meglio di me, torno in Libano a nuoto». Non usa giri di parole Abbas Ahmad, lo chef e food influencer libanese meglio conosciuto sul web come Habibi Original, per lanciare il guanto di sfida alla Sardegna. Al centro della contesa c’è uno dei re della tavola isolana: l’agnello. Il ristoratore, celebre per il tormentone «Habibi, yalla», ha pubblicato un video diventato immediatamente virale in cui mette alla prova una delle tradizioni gastronomiche più radicate e identitarie della regione.
Nel reel della discordia, lo chef mostra una testa d’agnello preparata secondo la sua personale ricetta: una cottura lentissima di ben dieci ore. Ahmad illustra minuziosamente la tecnica, spiegando che la carne viene avvolta in carta da forno e poi sigillata nell’alluminio, con un avvertimento categorico: «La stagnola non deve mai toccare il cibo».
Ma a far esplodere la polemica non è stata solo la ricetta, quanto il racconto del suo viaggio nell’Isola. L’influencer sostiene infatti di aver girato a lungo la Sardegna alla ricerca del leggendario agnello sardo, senza però averne trovato traccia nei menù: «Neanche un ristorante lo faceva, neanche uno ne abbiamo trovato», ha dichiarato nel video, un’affermazione che ha scatenato l’immediata reazione degli utenti sardi.
Il finale del filmato è una provocazione in piena regola, studiata per stuzzicare l’orgoglio dei pastori e degli chef sardi. «Sfido tutta la Sardegna: se riesci a fare un agnello così, fai un video e taggami. Se sei più bravo, non solo ti promuovo gratis e ti regalo dieci casse di vino libanese, ma torno a casa a nuoto ammettendo che sei migliore di me».
Abbas Ahmad non è nuovo a queste uscite teatrali — marchio di fabbrica del suo personaggio social — ma toccare l’agnello in Sardegna significa toccare un nervo scoperto. Resta ora da vedere se qualche agguerrito ristoratore sardo raccoglierà l’invito, pronto a dimostrare che, sul proprio terreno, la tradizione millenaria dell’Isola non teme alcun “Habibi”.