Al Teatro Fratelli Medas di Guasila in scena “Donne sull’orlo”

canale WhatsApp
Come si dice basilico in sardo campidanese?
Il basilico in Sardegna: un’erba sacra, magica e regale con un nome che affascina. Sapete come si dice?
La Sardegna, una terra dalle mille sfaccettature linguistiche, conserva, nelle sue numerose varianti dialettali, tanti nomi per indicare le varie cose, spesso differenti dalla terminologia italiana. Un esempio affascinante è il nome con cui si indica una delle piante aromatiche più diffuse e amate nel Mediterraneo: il basilico. Sapete come si dice in sardo campidanese?
Il basilico in sardo si dice frabica (o si incontrano le forme afabica o anche afabrica), un nome che evoca storia e tradizione quanto la pianta stessa. Il basilico è una pianta annuale aromatica conosciuta sin dal passato per le sue qualità, impiegata come pianta medicinale, aromatica e anche sacra.
L’importanza del basilico risiede anche nelle sue proprietà curative e alimentari. A scopo curativo si usano le foglie e le sommità fiorite come decotto o infuso per favorire la digestione e come calmante per i dolori di stomaco. La sua efficacia è legata ai principi attivi che contiene, in particolare olio essenziale, sali minerali (potassio, calcio, magnesio ecc.) e vitamina A. Naturalmente, in cucina sono molto utilizzate le foglie per aromatizzare carni bianche e pesci, sughi, zuppe, verdure, pizza e altre pietanze, conferendo a ogni piatto il suo inconfondibile profumo.
L’etimologia del nome ne svela la maestosità: essa attribuisce al basilico il significato di “pianta degna dei Re o Erba regale”. Questo deriva dal greco basileus (Re) e phyton (pianta), da cui il nome composto che identifica l’erba del Re, utilizzata fin dall’antichità per rendere omaggio alla famiglia reale.
In Sardegna, il basilico è molto più di un’erba aromatica; è considerata una pianta sacra. In alcuni paesi, il 15 agosto, durante la festa dell’Assunzione, si usa adornare la lettiga della Madonna Assunta per simboleggiare la regalità della Madonna. Questa usanza è stata introdotta dai monaci greci, nel periodo bizantino, per profumare le chiese così come facevano nei loro paesi d’origine, portando con sé il profumo e la simbologia orientale.
La tradizione cristiana ha poi fornito un significato implicito ancora più profondo: secondo la tradizione cristiana, il basilico è l’erba odorosa che cresceva abbondantemente sul luogo della crocifissione di Gesù, il Golgota, e per questo motivo circondava ancora la reliquia della Croce quando venne ritrovata dall’imperatrice Elena durante gli scavi archeologici del 326 d.C. a Gerusalemme. L’imperatore Costantino, dopo aver reso libero il culto cristiano, introdusse la tradizione di offrire mazzi di basilico nelle feste dedicate a Gesù e a sua madre Maria, trasferendo su di loro il concetto di rendere onore al Re e alla Regina con questa pianta profumatissima. In questo contesto, l’erba del Re diviene l’erba di Cristo Re.
Infine, nella tradizione sarda è ritenuta magica in quanto allontana il malocchio, in particolare nei neonati, tra le cui vesti veniva messo un sacchetto di stoffa con foglie di basilico, a protezione dagli influssi negativi e come augurio di prosperità. L’appellativo campidanese frabica racchiude quindi un universo di storia, uso e spiritualità.