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Il 17 dicembre del 1701, nel cuore del centro storico di Laconi, nel Sarcidano, nasceva Vincenzo Peis, che sarebbe diventato il celebre Fra Ignazio da Laconi, futuro santo e figura di grande devozione per tutta la Sardegna. A 321 anni dalla sua nascita, il piccolo borgo sardo si prepara a celebrare il suo concittadino più illustre con tre giorni di festeggiamenti che uniscono religione, tradizione e cultura popolare.
Nato in una famiglia umile ma dignitosa, Vincenzo trascorse l’adolescenza lavorando nei campi. Tuttavia, già da giovane sentì crescere dentro di sé la vocazione religiosa e il desiderio di dedicarsi agli altri. Nel 1721, a 22 anni, lasciò Laconi per trasferirsi a Cagliari, dove incontrò il Padre provinciale dei Cappuccini, che lo ammise al noviziato presso la chiesa di San Benedetto. Al termine del noviziato divenne frate e iniziò il suo percorso in vari conventi della Sardegna, fino a stabilirsi definitivamente a Cagliari, nel convento di Sant’Antonio, dove visse fino alla morte.
Fra Ignazio era un frate mendicante e illetterato, ma dal cuore d’oro. Per oltre quaranta anni percorse le strade di Cagliari con la sua bisaccia sulle spalle, dispensando aiuto e consigli a chiunque ne avesse bisogno. Era spesso visto nel quartiere povero di Stampace, ma peregrinava anche nel quartiere nobile di Castello, affrontando salite e disagi, anche con un’ernia che gli dava dolore, perché, come gli dicevano i superiori, «anche quella gente ci tiene».
Ben presto la voce dei suoi presunti miracoli si diffuse in tutta l’isola e iniziarono i pellegrinaggi per incontrarlo e chiedere la sua intercessione. Tuttavia, lui manteneva sempre l’umiltà, rispondendo a chi lodava le sue opere: «Zitto zitto, ché è cosa del Signore». La sua attività di questua cessò solo quando divenne cieco. Nella chiesa di Sant’Antonio visse in una cella semplice, dormendo su un letto di tavole con un cuscino di pietra, continuando a incarnare la povertà e l’umiltà a cui aveva dedicato tutta la vita.
Il 11 maggio 1781, Cagliari apprese con dolore la sua morte. Fra Ignazio, ormai anziano e malato, morì alle tre del pomeriggio nell’infermeria del convento, «dolcemente come un bimbo», attorniato dai confratelli. Le campane della chiesa suonarono a lutto, e migliaia di persone accorsero nei giorni successivi per rendere omaggio al “frate del popolo sardo”. Il suo corpo fu imbalsamato ed è ancora oggi esposto nella chiesa di Sant’Antonio.
Fra Ignazio fu beatificato il 16 giugno 1940 da Papa Pio XII e canonizzato il 21 ottobre 1951. È considerato il patrono degli studenti e rimane una delle figure religiose più amate della Sardegna, con numerose chiese a lui dedicate in tutta l’isola.
Oggi, a Laconi, le celebrazioni in suo onore durano tre giorni e combinano devozione e tradizione: la Santa Messa solenne, i canti e la musica tradizionale e i mercatini di Sant’Ignazio, con prodotti locali e artigianato, trasformano il borgo in un vivace centro di spiritualità e cultura popolare. È un momento che ricorda a tutti il messaggio di amore, umiltà e solidarietà lasciato da Sant’Ignazio da Laconi, una lezione di vita che continua a ispirare fedeli e visitatori anche dopo oltre tre secoli.