Il Ronde Rally d’Ogliastra, l’evento rallistico di fine stagione, lascia i segni, sull’asfalto e nella memoria dei presenti. Professionisti e amatori si sono dati appuntamento in Ogliastra lasciando il pubblico con il fiato sospeso fino all’ultima curva.

La Porto Cervo Racing e la Mediterranea Team hanno lavorato duro per dare concretezza al loro progetto, gomito a gomito con i comuni locali, riuscendo a regalare uno spettacolo senza precedenti, ricco di competizione e colpi di scena. Il tracciato, immerso in paesaggi suggestivi, costruito per essere altamente tecnico, ha rappresentato un ideale banco di prova per i campioni della specialità, così attirando la partecipazione subito foltissima di scuderie locali e nazionali.

Come ogni Ronde, l’itineriario è stato costituito da un’unica prova speciale di 12 km ripetuta quattro volte, per un totale di 50 km cronometrati; è stato disegnato completamente su asfalto, snodandosi tra Lanusei e Tortolì, immergendosi anche nelle campagne degli altri comuni ogliastrini.

La Ford Focus WRC del duo Addis – Silecchia è la più veloce di tutte, occupando il gradino più alto del podio, davanti alla Peugeot del lanuseino Depau, navigato da Bonato e al campione sardo Diomedi in coppia con Bosa su una Skoda WRC.

La vera sorpresa dell’evento è stata la fantastica performance di Marco Depau, che superando ogni aspettativa ha fissato il miglior tempo delle prime due sezioni avendo la meglio su avversari ben più navigati. Solo un problema tecnico al cambio lo costringe a cedere la coppa più grande, sorprendendo il pubblico locale e riempendolo di orgoglio.
Oltre che un grande evento sportivo, con il Rally Ronde d’Ogliastra è stato ricordato Marcello Orecchioni, copilota tristemente scomparso durante un incidente stradale, innamorato dei motori e della sportività. Il premio a suo nome è stato assegnato al navigatore ultimo classificato Matteo Giovannini, in presenza dei familiari di Marcello in un momento di grande commozione e affetto.

In una cornice suggestiva come quella ogliastrina, ogni evento sportivo diventa un successo. Lo sanno bene gli organizzatori, che sono rimasti entusiasmati dal calore con cui sono stati accolti e dai paesaggi preziosi che hanno colorato la manifestazione. Inoltre gli alberghi hanno registrato il tutto esaurito facendo dell’evento un esempio lampante di come gli eventi sportivi di grande rilievo rappresentino un’ottima occasione per allungare la stagione turistica. Una soddisfazione per tutta l’Ogliastra, una sfida in cui tutti i comuni hanno creduto, rendendosi partecipi del successo della manifestazione.
Il successo che ha accompagnato il weekend di sport, è andato oltre qualsiasi previsione, lasciando soddisfatti gli organizzatori che promettono nuove edizioni per la gioia di piloti e di un folto numero di appassionati dei motori.

Servizio fotografico di Paolo Pigliacampo

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Il tema dei rifiuti radioattivi in Sardegna torna a far discutere, soprattutto dopo che nuove ricerche condotte nella zona della Marmilla (Sardegna centrale) hanno fatto emergere un dato molto importante: i luoghi indicati in passato come possibili siti per lo stoccaggio non sono adatti.

La ragione principale è semplice ma decisiva, ce la spiega il geologo Luigi Sanciu. In queste aree l’acqua sotterranea si trova a poca profondità, troppo vicina alla superficie. Questo rappresenta un problema grave, perché uno dei criteri fondamentali per scegliere un sito adatto allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi è proprio che le falde acquifere siano ben protette e lontane dalla superficie, per evitare qualunque rischio di contaminazione.

Ma allora, perché queste zone erano state considerate “idonee”? La risposta sta nel fatto che all’epoca delle prime analisi non c’erano studi approfonditi sul sottosuolo della Marmilla. Mancavano dati aggiornati e precisi sull’andamento delle acque sotterranee. Le decisioni, quindi, si basavano su informazioni incomplete.

Oggi, grazie a nuove indagini più dettagliate, la situazione è molto più chiara: la Marmilla non è adatta a ospitare un deposito di rifiuti radioattivi. I rischi legati alla presenza di acqua troppo vicina al suolo sono troppo elevati per garantire la sicurezza necessaria in operazioni così delicate.

Questi nuovi dati sono fondamentali e dovrebbero essere tenuti in considerazione dalle istituzioni e dagli enti preposti. Fare scelte su temi così importanti senza conoscere bene il territorio è pericoloso, e la vicenda della Marmilla lo dimostra chiaramente. Una gestione responsabile dei rifiuti radioattivi richiede conoscenze scientifiche aggiornate e un’attenzione particolare alla tutela dell’ambiente e delle comunità locali. Solo così è possibile evitare errori e garantire davvero la sicurezza di tutti.