Tortolì saluta Sergio Muntoni. L’artista è morto questa notte
Una triste giornata per i tortoliesi, che questa mattina hanno ricevuto la notizia della morte del pittore Sergio Muntoni. L’ artista tortoliese, a soli 58 anni, è stato portato via da una grave malattia questa notte, mentre si trovava ricoverato
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Sergio Muntoni durante un’esposizione a Firenze
Una triste giornata per i tortoliesi, che questa mattina hanno ricevuto la notizia della morte del pittore Sergio Muntoni. L’ artista tortoliese, a soli 58 anni, è stato portato via da una grave malattia questa notte, mentre si trovava ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro. Il maestro lascia la moglie Rosita e i figli Stefano, Giorgio e Andrea, nonché un incredibile numero di amici e sostenitori della sua arte. Muntoni, in quella che possiamo senza dubbio definire una lunga e sfolgorante carriera, ha esposto le proprie opere nelle gallerie d’arte di tutto il mondo e reso orgogliosi i propri concittadini, portando in ogni continente i paesaggi e la cultura della sua amata terra.
Il professore Tonino Loddo ha detto di Muntoni e delle sue opere: “Usa il cesello, Sergio Muntoni, per dipingere i suoi quadri ma soprattutto per quella straordinaria capacità di rivelare le anime delle persone e dei luoghi di cui ci parla. Un uomo sensibile e intelligente, lontano da mode e tendenze pittoriche di maniera. Muntoni è continuamente alla ricerca del genio dei luoghi e delle persone. Dei suoi soggetti, infatti, egli vuole catturare lo spirito, e ciò lo fa agendo su due punti di vista, l’insider e l’outsider, il dentro e il fuori. Giunge, in tal modo, attraverso la conoscenza di due punti di vista che non solo non si eliminano, ma al contrario sono contemporaneamente esistenti nonostante le differenze prospettiche, ad andare oltre il mero apparire (che pure narra con precisione) per conquistare l’emozione dell’essere individuale”.
Amianto e Marina Militare, sentenza storica a Cagliari: maxi riconoscimento alla famiglia del militare Luigi Fiorentino

Il pluridecorato militare Vittima del Dovere è deceduto a 56 anni per esposizione al cancerogeno.
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La Corte d’Appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari, segna un nuovo precedente a favore delle vittime del dovere e dei loro familiari. Con la sentenza n. 146/2025, la Sezione Lavoro ha accolto parzialmente l’appello degli eredi del militare Luigi Fiorentino. La Corte ha riformato in parte la sentenza del Tribunale di Tempio Pausania, che aveva già riconosciuto le maggiorazioni degli assegni vitalizi, portandoli a 500 euro mensili. In appello, i giudici hanno esteso i benefici, accertando il diritto della vedova Lorena Guidarini, attualmente residente a La Maddalena (SS), e condannando Il Ministero della Difesa al pagamento di due annualità di pensione di reversibilità per un importo complessivo di circa 50mila euro, e l’esenzione sui farmaci anche in favore dell’orfano Orlando.
Una decisione che rafforza il principio di equiparazione dei diritti tra vittime del dovere e vittime del terrorismo, aprendo la strada a nuovi riconoscimenti sul piano assistenziale ed economico.
La storia – Luigi Fiorentino, nativo di Sarno, ha prestato servizio per oltre trent’anni imbarcato come meccanico e motorista navale su unità di vecchia generazione, esposto per lunghi periodi ad amianto e sostanze cancerogene. È morto a 56 anni, il 29 agosto 2008, per carcinoma gastrico.
Decorato con Croce d’Argento, Croce d’Oro, Medaglia d’Onore e riconoscimenti per lunga navigazione, Fiorentino è stato successivamente riconosciuto vittima del dovere grazie all’azione dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’avvocato Ezio Bonanni. Tuttavia, secondo la difesa del dell’uomo, i benefici inizialmente erogati dal Ministero della Difesa risultavano inferiori a quanto spettante, rendendo necessario il ricorso alla giustizia.
«Questa sentenza è innovativa – dichiara l’avvocato Ezio Bonanni – perché è un ulteriore passo avanti verso il pieno riconoscimento dei diritti delle vittime del dovere che devono essere equiparate a quelle del terrorismo, e restituisce dignità a una storia segnata da dolore e sacrificio. Luigi Fiorentino ha pagato il suo servizio allo Stato con una malattia devastante e una morte prematura, dopo sofferenze indicibili. Dietro questa vicenda ci sono una moglie e un figlio che, oltre alla perdita, hanno dovuto affrontare per anni una battaglia per vedersi riconosciuti diritti elementari. Lo Stato non può voltarsi dall’altra parte di fronte al sacrificio dei suoi servitori». Intanto proseguono i procedimenti civili per il risarcimento integrale dei danni.
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