Una scena del primo atto

Il Teatro Tonio Dei di Lanusei, dopo aver soddisfatto le voglie degli amanti del teatro, ora dedica una serata anche agli estimatori della danza. Venerdì 30 marzo alle 21, infatti, sarà possibile assistere ad uno splendido balletto in due atti intitolato “Cassandra” e prodotto dalla Daniele Cipriani Entertainment. Sul palco la nota danzatrice Rossella Brescia e Arionel Vargas, primo ballerino dell’English National Ballet.

Le musiche sono opera di Marco Schiavoni, mentre tutte le coreografie sono frutto del genio di Luciano Cannito. “Cassandra” sviluppa la tematica dell’indipendenza femminile attraverso il celebre mito greco ed è considerato uno dei lavori più riusciti di Cannito. Tuttora è infatti in repertorio nelle maggiori compagnie europee, tra cui le Ballet de l’Opéra di Nice. È la trasposizione ( molto originale) della guerra di Troia ambientata nella Sicilia degli anni Cinquanta: Priamo, padre di Cassandra, si ritrova ad essere il sindaco di un paesello dell’entroterra siculo. Paride, invece, risulta essere il fratello emigrato in cerca di fortuna che torna dall’America. Una buona occasione, quella offerta dal Cedac e dal teatro lanuseino, per partecipare ad uno dei rari eventi ogliastrini dedicati al ballo e al mondo della danza.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.