Daniele Mostallino, un addio lontano da casa: Decimoputzu piange un giovane sardo morto in Svizzera
Daniele viveva all’estero, come tanti giovani sardi costretti a lasciare l’isola per costruirsi un futuro. Una scelta spesso necessaria, mai semplice, che porta con sé la nostalgia di casa e degli affetti più cari. Nonostante la lontananza, il legame con la famiglia e con Decimoputzu non si era mai spezzato.
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La comunità di Decimoputzu è stata colpita da un dolore improvviso e profondo per la scomparsa di Daniele Mostallino, giovane sardo morto in Svizzera, lontano dalla sua terra d’origine. La notizia, diffusa nelle scorse ore dall’attivista Valerio Piga attraverso i social, ha fatto rapidamente il giro del web, suscitando sgomento e commozione tra familiari, amici e concittadini.
Daniele viveva all’estero, come tanti giovani sardi costretti a lasciare l’isola per costruirsi un futuro. Una scelta spesso necessaria, mai semplice, che porta con sé la nostalgia di casa e degli affetti più cari. Nonostante la lontananza, il legame con la famiglia e con Decimoputzu non si era mai spezzato.
A raccontarlo sono le parole struggenti dei familiari, affidate ai social, che restituiscono tutta la fatica emotiva di una distanza vissuta come una ferita sempre aperta: «La vita non è stata semplice per te, e non lo è stata neppure per noi, perché eri lontano dalla tua terra. Anche se, attraverso un messaggio o una telefonata, il contatto era quotidiano, non era mai come averti qui, vicino a noi».
Daniele lascia le sorelle e gli altri cari in un dolore immenso, mitigato solo dalla consapevolezza di un amore capace di resistere al tempo e allo spazio. Un affetto che oggi si manifesta nei ricordi, nelle parole, nei gesti silenziosi di chi continua a sentirlo presente.
In queste ore, Decimoputzu si stringe attorno alla famiglia Mostallino con rispetto e partecipazione. L’espressione in sardo “Addio gradi caru” racchiude tutto l’affetto, la tenerezza e il rimpianto per una vita spezzata troppo presto.
«Lontano dalla tua terra, per sempre nel nostro cuore», scrivono ancora i familiari, sottolineando come le radici e gli affetti restino indissolubili, anche oltre la morte.
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