(FOTO) Al Poetto i surfisti cagliaritani hanno dato vita a una spettacolare paddle out per Gaza
Ieri mattina una cinquantina di surfisti cagliaritani si sono dati appuntamento sulla spiaggia del Poetto per un’iniziativa di pace e solidarietà con il popolo palestinese e in sostegno della Global Sumud Flottilla.
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A Cagliari non si ferma l’ondata di solidarietà e mobilitazione per la missione umanitaria Freedom Sumud Flotilla.
Ieri mattina una cinquantina di surfisti cagliaritani si sono dati appuntamento sulla spiaggia del Poetto per un’iniziativa di pace e solidarietà con il popolo palestinese e in sostegno della Global Sumud Flottilla.
Il gruppo ha organizzato un paddle out, una tradizionale cerimonia del mondo del surf che prevede la partenza collettiva dalla riva e la formazione, al largo, di un grande cerchio con le tavole. Come hanno spiegato gli organizzatori, semplici cittadine e cittadini innamorati dello sport in mare: “Al centro di questa simbolica unione sull’acqua, ogni partecipante ha deposto un fiore, gesto semplice e profondo per ricordare le vittime della guerra e ribadire un messaggio universale di pace”.
Una presenza sorprendente che ha reso l’iniziativa ancora più intensa, suggellando l’incontro tra natura, sport e solidarietà.
L’atmosfera di raccoglimento e silenzio conclusasi con un lungo applauso è stata arricchita da un momento inatteso: alcuni delfini si sono avvicinati al cerchio, nuotando accanto ai surfisti. Semplicemente meraviglioso.ù
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Sapete quanti e quali sono i laghi della Sardegna? Ecco l’elenco completo tra naturali e artificiali

La maggior parte dei laghi che punteggiano l’isola è nata dalla mano dell’uom. Tra loro ce n’è uno solo che la natura ha creato da sé ed è forse per questo che è avvolto da un’aura di mistero. Conosciamoli tutti
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In Sardegna l’acqua dolce è una rarità preziosa. La maggior parte dei laghi che punteggiano l’isola, infatti, è nata dalla mano dell’uomo: invasi artificiali che trattengono i fiumi per creare specchi d’acqua placidi e silenziosi. Ma tra loro ce n’è uno solo che la natura ha voluto creare da sé — ed è forse per questo che è avvolto da un’aura di mistero.
Si tratta del Lago di Baratz, nel nord-ovest dell’isola, nel territorio di Sassari. È l’unico lago naturale della Sardegna, piccolo ma sorprendente: le sue coste si snodano per circa dodici chilometri e il suo specchio d’acqua si estende per oltre mille ettari. È un mondo a parte, dove la vegetazione cresce rigogliosa e il vento porta l’eco del mare vicino.
Baratz vive sospeso tra due universi: da un lato, le dune sabbiose alte fino a trenta metri che lo separano dalla spiaggia di Porto Ferro; dall’altro, le acque oligosalmastre che raccoglie dai ruscelli delle colline, tra cui il rio dei Giunchi. Non ha emissari e la sua profondità, di circa sei metri e mezzo, resta stabile grazie alla sabbia permeabile che lascia filtrare l’acqua come in un respiro lento e costante.
Ma il fascino di Baratz non è solo naturale: è anche leggendario. Si racconta che sotto le sue acque si nasconda la città sommersa di Barax, sprofondata a causa dei peccati dei suoi abitanti, puniti da Dio per la loro superbia. Nelle notti di luna piena, dicono, si possono ancora udire i rintocchi delle campane e le voci disperate che provengono dal fondo del lago.
Oltre a Baratz, l’isola custodisce altri mondi d’acqua. Sull’altopiano basaltico della Giara di Gesturi, appaiono e scompaiono stagionalmente i paùli, piccoli laghi effimeri alimentati soltanto dalla pioggia, che resistono finché dura la stagione umida, da autunno a primavera.
Poi ci sono i grandi giganti artificiali, nati per domare i fiumi e custodire riserve d’acqua fondamentali per l’isola. Tra i più celebri spiccano il Lago Omodeo sul Tirso, il Lago del Coghinas e i bacini dell’Alto e Basso Flumendosa.
Ma la Sardegna nasconde anche un tesoro sotterraneo: il Lago La Marmora, lungo 130 metri e profondo fino a 9, immerso nella Grotta di Nettuno ad Alghero. È uno dei più grandi laghi sotterranei d’Europa, una cattedrale d’acqua e roccia, dove stalattiti e stalagmiti si specchiano in un silenzio millenario.
Nel complesso, l’isola conta 38 invasi artificiali, capaci di raccogliere 1,6 miliardi di metri cubi d’acqua: un arcipelago liquido nascosto tra montagne e valli.
Tra questi laghi si trovano nomi che sembrano raccontare storie: Bau Mela, Loiri, Sant’Antonio, Bau Mandara, Sinnai, Bunnari, Corongiu, Monteponi, Benzone, Flumineddu, Sa Forada, Surigheddu, Govossai, Torrei, Sos Canales, Casteldoria, Bau Pressiu, Bidighinzu, Punta Gennarta, Is Barroccus, Cucchinadorza, Casteddu, Cuga, Leni, Coxinas, Posada, Simbirizzi, Cedrino, Cixerri, Bau Muggeris (o Alto Flumendosa), Gusana, Monte Pranu, Pattada, Monteleone (o del Temo), Liscia, Omodeo, Coghinas, Basso Flumendosa e Mulargia.
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