In Sardegna esiste un angolo di mondo in cui sembra di camminare sulla Luna prima di tuffarsi in un’acqua da sogno: è Cane Malu, una piscina naturale così scenografica da sembrare scolpita da un artista spaziale.

A pochi passi dal centro di Bosa, basta lasciare l’auto vicino al porticciolo e imboccare una stradina sulla destra: qui inizia una piccola avventura a piedi che porta in un paesaggio quasi surreale. Seguite con attenzione i cartelli un po’ nascosti con le scritte “Poggio Columbu” e “Cane Malu” e vi ritroverete prima in un fiordo appartato e poi catapultati in un paesaggio vulcanico che sembra uscito da un sogno lunare.

La roccia, una trachite bianca e liscia come panna cotta, si apre in una distesa di coni e cavità che somigliano a piccoli crateri. Proprio dentro uno di questi, lambito dal mare e abbracciato da una parete rocciosa naturale, si trova la spettacolare vasca marina di Cane Malu.

L’acqua qui è di un turchese quasi irreale, profonda al punto giusto per un tuffo e circondata da un silenzio che amplifica la magia del luogo.

Due minorenni sono stati arrestati e trasferiti in una comunità su disposizione del G.I.P. del Tribunale per i Minorenni di Cagliari, su richiesta della Procura. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile della Questura, ha fatto luce su una serie di episodi di violenza avvenuti nella notte del 9 marzo 2025 nel centro storico del capoluogo sardo.

I due giovani sono accusati di aver partecipato, insieme a tre maggiorenni già arrestati lo scorso 30 giugno, a una rapina aggravata, lesioni personali gravi e danneggiamento. Le indagini hanno ricostruito le azioni del gruppo, che avrebbe aggredito un giovane in piazza Sant’Eulalia colpendolo con calci, pugni e un manganello telescopico, per poi derubarlo di una collanina d’oro. La vittima ha riportato ferite giudicate guaribili in 30 giorni.

Poco dopo, il branco si sarebbe spostato in un locale di via Barcellona, dove avrebbe aggredito due clienti e danneggiato gravemente arredi e strutture.

Determinante per l’identificazione dei responsabili è stato il lavoro della Polizia, che ha incrociato le immagini delle telecamere di videosorveglianza con le testimonianze raccolte e i riconoscimenti fotografici, arrivando a ricostruire con precisione la dinamica degli eventi e il coinvolgimento degli indagati.