Domus de Janas, la Sardegna attende il verdetto Unesco che può cambiarne la storia

Domani, a Parigi, potrebbe arrivare un riconoscimento storico per la Sardegna. Il verdetto del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, atteso sabato, potrebbe sancire ufficialmente l’iscrizione delle Domus de Janas nella Lista del Patrimonio dell’Umanità. Si tratta di un sito seriale composto da 26 beni, distribuiti in 24 comuni dell’isola, che rappresentano una delle più antiche e straordinarie testimonianze della civiltà prenuragica.
Domus de Janas, la Sardegna attende il verdetto Unesco che può cambiarne la storia.
Domani, a Parigi, potrebbe arrivare un riconoscimento storico per la Sardegna. Il verdetto del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, atteso sabato, potrebbe sancire ufficialmente l’iscrizione delle Domus de Janas nella Lista del Patrimonio dell’Umanità. Si tratta di un sito seriale composto da 26 beni, distribuiti in 24 comuni dell’isola, che rappresentano una delle più antiche e straordinarie testimonianze della civiltà prenuragica.
Un’eredità scolpita nella roccia oltre seimila anni fa, che racconta l’arte funeraria, la spiritualità e la profondità culturale delle prime comunità sarde. La candidatura, promossa dal Cesim – Centro Studi Identità e Memoria – è il frutto di un lungo e complesso percorso che ha portato all’attenzione della comunità internazionale necropoli come quella di Montessu, che da sola comprende 35 tombe ipogeiche visitabili, alcune decorate con simboli ancora oggi carichi di mistero. Per l’Italia, la proposta di inserire queste tombe scavate nella roccia tra i beni riconosciuti dall’Unesco per il 2025 ha un valore strategico e culturale, anche alla luce della volontà dell’organizzazione di bilanciare la rappresentanza geografica all’interno della lista. Durante la sessione in corso a Parigi, l’ambasciatore Liborio Stellino, rappresentante permanente d’Italia all’Unesco, ha evidenziato l’importanza di valorizzare territori meno presenti, attraverso il rafforzamento della cooperazione culturale, con l’Italia impegnata anche in Africa con progetti e contributi a sostegno della conservazione del patrimonio. Nel frattempo, la Regione Sardegna ha stanziato 15 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione, destinati agli interventi sul sito seriale “Arte e architettura della Sardegna preistorica. Le Domus de Janas”, per garantire la messa in sicurezza, il restauro, il miglioramento dell’accessibilità e la piena fruizione pubblica dei luoghi candidati. L’obiettivo è costruire una rete diffusa di poli culturali, capaci di promuovere sviluppo sostenibile, turismo di qualità e consapevolezza identitaria. Perché le Domus de Janas non sono semplici monumenti archeologici, ma vere e proprie porte nel tempo che conducono alle radici più profonde della Sardegna. Il riconoscimento Unesco rappresenterebbe per l’isola un’opportunità concreta di crescita, tutela e visibilità internazionale, un traguardo che rafforza il legame tra territorio e memoria e che potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione per il patrimonio culturale sardo.

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