È tempo di festeggiamenti per “Il TG dei Fuorionda”, il programma televisivo di informazione e intrattenimento ideato e condotto dal giornalista Andrea Atzori, che taglia il traguardo del primo anno di trasmissione e celebra la puntata numero 20. In onda su Catalan TV Alghero, Canale 15 del digitale terrestre in Sardegna e sul satellite a 5° Ovest, il format è diventato un appuntamento settimanale fisso per chi ama scoprire il mondo della televisione da un’angolazione inedita, tra notizie mai viste e retroscena curiosi.

Dal suo debutto, il programma va in onda ogni lunedì mattina alle ore 8, con replica alle 12, offrendo una ventata di freschezza nel panorama dell’informazione regionale, grazie a un mix ben calibrato tra giornalismo, intrattenimento e ironia.

Con puntate brevi, tra i 5 e i 6 minuti, “Il TG dei Fuorionda” regala ogni settimana uno sguardo originale e ironico sul mondo della televisione italiana e internazionale. Il cuore del programma sono i video esclusivi, raccolti attraverso i segnali di servizio satellitari usati dalle emittenti di tutto il mondo: filmati che non sono mai andati in onda, ma che raccontano tanto – e spesso con comicità involontaria – di chi lavora davanti e dietro le telecamere.

Tra interviste a ospiti illustri, servizi sul funzionamento della macchina televisiva, rubriche dedicate a gag involontarie e contenuti off air, il programma si muove con leggerezza ma anche competenza, alternando informazione e intrattenimento, sempre con uno sguardo curioso e attento.

Alla guida del programma c’è Andrea Atzori, giornalista e volto noto in Sardegna, che con stile brillante accompagna il pubblico in un viaggio tra immagini mai viste, curiosità e piccoli grandi momenti rubati al dietro le quinte dell’informazione. Il suo approccio serio ma informale, appassionato e autoironico, rende “Il TG dei Fuorionda” un contenuto accessibile a tutti, dai più esperti di media a chi cerca solo un modo diverso per cominciare la giornata col sorriso.

Oltre alla messa in onda su Catalan TV, il programma è disponibile anche online sul canale YouTube “IL TG DEI FUORIONDA”, permettendo così la visione in ogni momento e da ogni luogo. Dopo 20 puntate e un primo anno di vita, “Il TG dei Fuorionda” si conferma un piccolo gioiello televisivo “made in Alghero”, capace di raccontare la TV… proprio quando pensa di non essere osservata.

A c…..e Pompu: quando un paese sardo diventa sinonimo di lontananza cosmica.

Benvenuti a Pompu, il luogo che, nell’immaginario collettivo sardo, è un po’ la versione isolana di Timbuktu o, per i più avventurosi, della faccia nascosta della luna.

Non è una questione di chilometri, bensì di filosofia: se c’è un posto lontanissimo, irraggiungibile, una meta che neanche l’esploratore più testardo vorrebbe raggiungere, beh, quello è proprio Pompu. Il paese, situato nella zona centro-occidentale della Sardegna, in provincia di Oristano, si trova involontariamente al centro di un fenomeno linguistico isolano che lo ha reso famoso in tutta l’isola, ma non certo per le sue incredibili feste paesane o per un record mondiale. Stiamo parlando della coloratissima, e ironica, espressione sarda: A casin’e pompu.

Se per caso siete turisti e sentite un sardo esclamare questa frase, non pensate che si stia lamentando del traffico verso il borgo di Oristano, perché l’espressione è molto più profonda, e decisamente più spassosa. Questa frase, infatti, viene utilizzata quotidianamente per indicare una meta molto lontana o, peggio ancora, un luogo apparentemente inaccessibile. La parola “pompu” è il dialetto sardo che identifica, per l’appunto, il paese di Pompu. Tuttavia, nel momento in cui l’espressione viene pronunciata, non ci si sta affatto riferendo a quello specifico luogo geografico. È invece un vero e proprio modo di dire che denota una destinazione molto lontana o irraggiungibile per chi parla, indipendentemente dalla sua effettiva, e magari vicinissima, posizione in Sardegna.

Una delle caratteristiche più affascinanti della Sardegna è la sua varietà della sua lingua: ogni zona dell’Isola, con un tocco di genio e una spruzzata di ironia, ha le sue particolarità e le sue espressioni coloratissime, ma poche hanno avuto la fortuna, o la sfortuna, di diffondersi così tanto, trasformando un tranquillo paese nell’epitome della lontananza universale. Questo detto non fa che riflettere l’intrigante geografia dell’Isola e, diciamocelo, le sfide che la vita nell’entroterra e le sue strade tortuose hanno presentato nel corso dei secoli. La Sardegna è rinomata per la sua bellezza naturale e la sua diversità paesaggistica, ma è anche caratterizzata da aree remote e difficilmente accessibili, specialmente nelle regioni montuose e costiere, e Pompu, in questa cornice, è diventato il simbolo della fatica di chiunque debba raggiungere un luogo che si trova, letteralmente, dall’altra parte del mondo.

Questo detto sardo è ancora oggi ampiamente utilizzato nella vita quotidiana dell’isola, un vero e proprio inno all’esagerazione affettuosa tipica del popolo sardo. Quando un sardo vuole indicare un posto molto distante o difficile da raggiungere, non esita a dire: È proprio a casin’e pompu! È un modo colorito e pittoresco per descrivere una destinazione che può sembrare remota o lontana, anche se, ironia della sorte, non è necessariamente così: magari è solo il luogo in cui si è dimenticata la giacca, ma il viaggio per recuperarla appare già un’epopea degna di Ulisse.