A Vinitaly 2025, l’enologo Giampaolo Parpinello è stato premiato con la prestigiosa Medaglia Cangrande per il suo eccezionale contributo al mondo del vino, un riconoscimento che celebra la sua carriera di oltre 60 vendemmie.

Il premio, intitolato a Angelo Betti – Benemeriti della viticoltura italiana, è stato conferito a Parpinello in virtù del suo impegno nel promuovere la qualità e la tradizione vitivinicola della Sardegna.

Come si racconta bene nel sito www.poderiparpinello.it, la famiglia, originaria del Veneto, si trasferì in Sardegna negli anni Sessanta. Nei primi anni anni Cinquanta, però, Luigi Parpinello trasmise a Giampaolo la sua grande passione per la vigna. Giampaolo si specializza così alla Scuola Enologica di Conegliano Veneto e, nel 1964, si trasferisce in Sardegna per il suo primo lavoro da enologo. È in questi anni che inizia a maturare una straordinaria esperienza nella direzione e consulenza presso alcune delle più importanti cantine sarde.

Con il tempo, Giampaolo non solo sviluppa una carriera che lo rende una figura di riferimento nel panorama vitivinicolo sardo, ma si fa anche portatore della stessa passione per la viticoltura che il padre gli aveva trasmesso. Questo amore per la vite e il vino viene poi tramandato ai suoi quattro figli: Laura, Giusi, Luigi e Paolo, che insieme a lui sono parte integrante di questa lunga tradizione familiare.

Nel 1990, Giampaolo acquista i primi ettari di vigneto nella zona del Lago di Baratz, ad Alghero, dando vita a quello che diventerà il Podere San Costantino. Anni più tardi, l’intera famiglia si unisce nel progetto Janna de Mare (Porta del Mare), impiantando 20 ettari di vigneto tra Alghero e Sassari. Quando Giampaolo va in pensione, nel 2009, la famiglia è pronta per una nuova svolta: insieme al figlio Paolo, decide di fondare un’azienda vitivinicola di famiglia, i Poderi Parpinello. In questo progetto si uniscono anche le figlie Laura e Giusi, portando avanti la terza generazione della tradizione vitivinicola della famiglia.

La Medaglia Cangrande, che prende il nome dal leggendario personaggio medievale, è un riconoscimento prestigioso che viene assegnato ogni anno a personalità che hanno lasciato un’impronta indelebile nel settore vitivinicolo. Con questo premio, Vinitaly ha voluto celebrare non solo i successi professionali di Parpinello, ma anche il suo spirito pionieristico, che ha spinto la Sardegna verso una maggiore affermazione nel mondo del vino.

Il premio, che si è svolto durante l’importante manifestazione fieristica a Verona, ha visto la partecipazione di numerosi esperti e appassionati del settore, che hanno avuto l’opportunità di celebrare uno dei maggiori innovatori del mondo vitivinicolo sardo.

L’attore e regista sardo Jacopo Cullin ha condiviso sui social un post toccante per dire addio al suo cane Brie, compagno di vita e avventure. Con parole cariche di emozione, Cullin ha voluto ricordare il legame speciale che li univa, raccontando quanto fosse difficile affrontare la perdita e, allo stesso tempo, quanto fosse immensa la gratitudine per l’amore ricevuto.

“L’amore per un cane non posso e non voglio nemmeno provare a descriverlo, sono sentimenti troppo forti da poter essere racchiusi in poche parole”, ha scritto l’attore, sottolineando la gioia di aver avuto Brie al suo fianco e la commozione nel vedere quanto fosse amato da chiunque lo incontrasse.

Brie, racconta Cullin, aveva “qualcosa di speciale”: una simpatia naturale che strappava sorrisi a tutti e uno sguardo unico, capace di seguirlo persino mentre guidava. “Sarà molto difficile trovare un altro essere vivente che mi guardi in quel modo”, confessa. Il cane era così conosciuto e amato che spesso i fan riconoscevano lui prima del padrone: “Ma sei il padrone di Brie?” era una delle domande che facevano più piacere a Cullin. Ora, immagina il suo amico “da qualche parte ad inseguire palline o a fare sguardi languidi per farsi dare qualcosa da mangiare”.

Nonostante il dolore, Cullin lancia un messaggio forte: adottare un cane è un gesto che cambia la vita. “Sono anime pure, esseri superiori che ci insegnano ad amare”, scrive, invitando chi può a dare una casa a un amico a quattro zampe. “Arrivederci amico mio, grazie di tutto, non dimenticherò mai quello che hai fatto per me”.