Tutte le foto contenute in questo articolo sono state gentilmente cedute da Matteo Di Nicola – autore del libro Anfibi & Rettili d’Italia

C’è chi li ama – pochi – e chi li odia – molti – ma sono importantissimi per il nostro ecosistema: lo stigma che ammanta i serpenti è antico, seppur in certi casi (soprattutto per quanto riguarda l’Isola) assolutamente immotivato.

Sì, ma quali sono le specie diffuse in terra sarda? Ne abbiamo parlato con Luca Chiapperino, istruttore di bushcraft e Survival e formatore sul riconoscimento di rettili e anfibi italiani.

«In Sardegna troviamo solo 4 specie di serpenti, alcuni di questi molto particolari e presenti solamente sull’isola. Troviamo il Colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis) in Italia presente solamente al sud della Sardegna e sull’isola di Pantelleria.

Il Biacco (Hierophis viridiflavus) il più diffuso su tutto il territorio italiano.

La Natrice di Cetti (Natrix helvetica cetti) una sottospecie differente da quelle presenti nel resto d’Italia, endemica della Sardegna.

Per ultima, ma non come importanza, la Natrice viperina (Natrix maura).

Molti li temono, abbiamo detto, ma Chiapperino è perentorio: «È curioso sapere che in Sardegna non ci sono vipere né serpenti pericolosi per l’uomo.»

E non solo: «I serpenti sono importantissimi per il nostro ecosistema» continua l’esperto. «L’ecosistema è un gioco di equilibri, in cui i serpenti ricoprono un ruolo così importante da coinvolgere in maniera diretta tantissime specie della fauna selvatica italiana, sia terricoli che volatili, sia nel ruolo di prede che in quello di predatori. Sono prede di mammiferi carnivori, come volpi, tassi, faine e occasionalmente anche lontre, ma anche di rapaci e corvidi e, addirittura, può capitare che alcune specie acquatiche del genere Natrix possano essere predate da grossi pesci come il luccio, coinvolgendo cosi in maniera diretta anche la fauna ittica. Sono, invece, predatori di piccoli mammiferi, altri rettili e anfibi, ma anche di uova e uccelli passeriformi e addirittura Ortotteri come locuste e cavallette, che a loro volta alcune di loro si nutrono di piante spontanee. Appare chiaro, quindi, il fondamentale ruolo che ricoprono nel gioco dell’ecosistema.»

Il grande gesto di Sassari: Polonara in cura per la leucemia ritorna alla Dinamo.

La Dinamo Sassari compie un gesto che va oltre lo sport, segnando con sensibilità e rispetto uno dei momenti più toccanti dell’estate cestistica italiana. La società ha ufficializzato l’accordo per il ritorno in maglia biancoblu di Achille Polonara, ala classe 1991, attualmente in cura per una forma di leucemia.

Si tratta di un’intesa che, prima ancora di rappresentare una mossa di mercato, assume il valore di un abbraccio simbolico tra un giocatore e una città con la quale aveva già scritto una pagina importante della propria carriera. A sei anni dalla sua ultima apparizione con il Banco di Sardegna, e dopo un percorso che lo ha visto protagonista nelle principali piazze del basket europeo – da Baskonia a Fenerbahce, passando per Efes, Zalgiris Kaunas e Virtus Bologna – Polonara ritrova Sassari, un luogo che per lui non è mai stato solo una tappa sportiva, ma una vera e propria casa. Nessun vincolo temporale o pressione atletica, solo la volontà della Dinamo di offrire ad Achille un contesto sereno e familiare nel quale affrontare il suo percorso di cura e, quando sarà pronto, riprendere contatto con il gruppo squadra.

La società ha voluto sottolineare l’importanza del legame umano costruito nel tempo con l’atleta, ribadendo che Polonara, al momento opportuno, potrà vivere quotidianamente l’ambiente della Dinamo, respirare lo spogliatoio, e contribuire alla stagione anche fuori dal campo, in attesa del suo ritorno agonistico. Il gesto della Dinamo assume un significato ancora più profondo in un contesto sportivo dove spesso a prevalere sono numeri, contratti e prestazioni: in questo caso, a parlare sono i valori. Sassari si conferma non solo una realtà ambiziosa, ma anche una comunità capace di esprimere vicinanza concreta e affetto autentico verso chi ne ha fatto parte con passione e professionalità. L’arrivo di Polonara, seppur in un momento delicato della sua vita, riaccende una luce speciale sul PalaSerradimigni, dove il parquet aspetta solo il momento giusto per tornare a rivedere quel numero così amato. Achille, “Polonair” per i tifosi, potrà così ritrovare il calore di una terra che non lo ha mai dimenticato, e prepararsi al rientro nella pallacanestro giocata accompagnato dal sostegno di un’intera isola.