La centenaria Raffaela scopre la data di morte del fratello in guerra grazie alle ricerche dell’appassionato di guerra Stefano Cogoni

La donna, cento anni il 30 gennaio scorso, perse il fratello Gesuino in Russia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Si sapeva, certo che si sapeva, ma quel che mancava era una data. Per ricordarlo in quel giorno, come tutti noi facciamo con i nostri cari, e per fare una Santa Messa in suo onore. E anche per mettere la parola fine. Grazie allo studioso e appassionato di Guerre Mondiali Stefano Cogoni tutto questo è stato possibile
Questa è una di quelle storie che il lieto fine lo hanno, per carità, ma con riserva: ha infatti il sapore dolceamaro di una verità saputa da sempre ma resa reale, concreta e metabolizzabile dopo tanti anni, dopo troppi anni.
Una data, ecco, serviva una data per mettere al proprio posto il pezzo del puzzle mancante, quello che tanto faceva male. Una data di morte, per l’appunto, ma ci arriveremo.
Partiamo dall’inizio, precisamente dal gennaio 2019, perché una centenaria di Serramanna avrebbe avuto ancora un macigno sul cuore se uno studioso di Guerre Mondiali non avesse deciso di fare un lavoro certosino su quel tempo così buio per crearne poi un libro (con il ricavato in beneficienza): Stefano Cogoni, impiegato di Sinnai, dedica tutto il suo tempo libero infatti a intervistare le persone delle zone più colpite da bombardamenti, spezzonamenti e mitragliamenti della Seconda Guerra Mondiale.
«Nell’aprile 2020 mi iscrivo nel gruppo social “Sei di Serramanna se…” e vengo subito contattato da Massimo, il figlio della signora Raffaela Crobeddu, classe 1924.»
Quel che emerge è che la donna, cento anni il 30 gennaio scorso, perse un fratello, Gesuino, in Russia. Si sapeva, certo che si sapeva, ma quel che mancava era una data. Per ricordarlo in quel giorno, come tutti noi facciamo con i nostri cari, e per fare una Santa Messa in suo onore. E anche per mettere la parola fine.
«Ovviamente, preso dall’emozione,» racconta Cogoni «le dissi che avrei fatto di tutto per aiutarla e ricambiare la sua disponibilità per l’intervista che mi concesse.»
E così Cogoni parte alla ricerca di tutto. A maggio 2020 recupera, tramite l’Archivio di Cagliari di Via Gallura, il foglio matricolare di Gesuino e il mese successivo invia una richiesta di riconoscimento di almeno qualche caserma Magg.Carlo Ederle di Cagliari. A ottobre, invia persino altra documentazione alla caserma. A novembre 2020 l’attestato viene quindi consegnato alla signora Raffaela, che può mettere una pietra sopra a quell’interrogativo durato decenni. Del resto, l’unica notizia che aveva era relativa a un racconto di un commilitone di Gesuino che, tornando dalla guerra, riferiva di un suo ferimento… e nulla più. Tante domande, nessuna risposta fino ad ora.
Il signor Gesuino, che era nella 63’ Squadra Panettieri, presso la 4’ Divisione Alpina Cunense, morì il 20 gennaio del 43 proprio in Russia, mentre con valore difendeva la sua patria.
Cogoni è stato presente anche alle cento candeline della signora Raffaela, ma tra i due il legame è chiaramente forte: con la sua determinazione, lo studioso le ha dato un po’ di pace. E forse anche a Gesuino, che meritava la giustizia della verità… e una lapide su cui essere pianto, che la sorella che tanto lo amava ha il sogno di far fare.

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