La Sardegna è famosa per gli allevamenti di pecore ma, a differenza di quanto comunemente si pensa, non tutte sono bianche.

Foto Ettore Cavalli

Sull’Isola si contano alcune migliaia di capi di pecora nera (conosciuta come Pecora Nera di Arbus, territorio che la ospita). Sulla sua origine non ci sono notizie certe: probabilmente si tratta di una selezione molto antica.

Nota per la produzione tradizionale della lana e del formaggio, la Pecora Nera di Arbus è stata progressivamente abbandonata negli anni ’70 a causa del rendimento inferiore nella produzione del latte rispetto alla cugina bianca. Negli ultimi anni, grazie alla volontà di alcuni pastori locali si è scongiurata l’estinzione. Scatti di Ettore Cavalli e informazioni di Mannos Sardegna, progetto con l’obiettivo di promuovere e preservare la qualità della produzione enogastronomica tradizionale sarda, sostenendo il lavoro dei produttori locali.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.