Da Claudio Spanu a Pietro Fronteddu: nel firmamento del motociclismo sardo brilla una nuova stellina.

C’è una nuova stellina nel firmamento del motociclismo regionale. Dopo l’addio ai palcoscenici importanti di Claudio Spanu, il Motoclub Dorgali ha sfornato un nuovo campioncino: si chiama Pietro Fronteddu, ha 16 anni e ha gareggia nella Classe 125.

Grintoso e brillante, Pietro sta mostrando grandi doti, tanto da far scomodare i capoccia del Motoclub Dorgali, sicuri di aver trovato l’erede di Claudio. In lui, Spanu, Fancello, Mereu, Mele e soci riversano tutte le aspettative degli appassionati di due ruote del motoclub dorgalese, da sempre attivo nella ricerca e scoperta di nuovi talenti, oltre che puntuale e vivace organizzatore di grandi eventi motociclistici.

La speranza è che Pietro cresca, attiri l’attenzione della Federazione Motociclistica Italiana e allo stesso tempo avvicini nuovi giovani del territorio alle specialità motoristiche, proprio come era accaduto con Claudio Spanu, grandissimo protagonista agli Assoluti, al Mondiale di enduro e soprattuto alla Sei Giorni.

Come Spanu, anche Pietro si è avvicinato alle moto cominciando a giocare con una minicross poco dopo i 10 anni, poi ha iniziato ad allenarsi con Giuseppe Asole che lo ha fatto partecipare alle prime gare del regionale di Minicross a 12 anni.

Con il supporto del Motoclub Dorgali e di Sandro Spanu (padre di Claudio), Pietro ha iniziato anche a fare Minienduro.

Dal 2019 al 2021 è arrivato 2° in entrambi i campionati sardi di Minienduro e Minicross. Nel 2022 a 14 anni, è andato per un anno a vivere da solo a Chieti alla Pardi Racing Scuola Cross, dove è cresciuto tanto come pilota.

Il 2023 è stato un anno di alti e bassi: la stagione è cominciata tardi a causa di un infortunio alla clavicola ma poi Pietro è riuscito a riprendersi e i risultati sono andati sempre in crescendo. Un grande aiuto è arrivato dallo stesso Claudio Spanu che si è messo spesso a disposizione per gli allenamenti, alcuni sponsor e la preparazione della moto.

In questa stagione sono stati molto importanti anche l’aiuto di Simone Celletti il suo preparatore atletico e di Matteo Demurtas che gli ha permesso di allenarsi con il suo gruppo, offrendo anche spesso supporto logistico.

Nel 2023 Fronteddu ha vinto il Campionato Sardo di Motocross classe 125 junior e il Campionato Sardo di Minienduro classe 125, inoltre ha partecipato al Campionato Italiano Motocross Junior qualificandosi alle fasi finali e a qualche gara Campionato Italiano Minienduro classe 125 con risultati interessanti.

Ha partecipato con la rappresentativa sarda al Trofeo delle Regioni motocross junior classe 125 classificandosi 18°.

Il 2024 è ancora tutto da definire ma Pietro proverà a fare del suo meglio nel Campionato Italiano Motocross Junior sempre nella classe 125 ed a mantenere i Titoli nel Campionato Sardo.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.