Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando il giovane Flavio Manzoni, allora 16enne nuorese, inviò i suoi disegni al disegnatore Giorgio Piola, esperto di Formula 1. I suoi bozzetti piacquero talmente tanto che Flavio iniziò a pubblicarli in alcune riviste di settore.

Una passione proseguita prima negli studi e poi al lavoro, attraverso step di carriera degni di una vera e propria eccellenza sarda da esportazione. Flavio Manzoni, nato a Nuoro il 7 gennaio 1965 è da quasi 10 anni il capo dei designer della Ferrari o, meglio detto, il direttore del Centro Stile del Cavallino di Maranello.

Flavio Manzoni al Motorshow di Parigi 2018 – Foto di Matti Blume

La fulgida carriera di Manzoni inizia nel 1993 in Lancia. Tre anni dopo diventa responsabile del design degli interni della casa automobilistica torinese. Poi, tra il 1999 e il 2010 le esperienze di grande successo in Seat, di nuovo in Lancia e Fiat Veicoli commericiali leggeri come direttore del Centro Stile, poi in Volkswagen e in Audi. A lui si devono progetti importanti come il disegno deli interni della Lancia Y, lo sviluppo della Fiat Grande Punto e della nuova 500, il varo di Golf VI e di Scirocco e la nuova immagine stilistica dei marchi Volkswagen, Skoda, Bentley e Bugatti.

Il suo percorso in Ferrari dal 2010 ad oggi è di inequivocabile successo con la realizzazione dell’italianissimo Centro Stile del Cavallino e la nascita di modelli quali Ferrari FF, LaFerrari, la 599 GTB Fiorano e la F12 berlinetta che gli è valsa il prestigioso premio “compasso d’oro” nel 2014.

Flavio Manzoni al Motorshow di Parigi 2018 – Foto di Matti Blume

Beniamino Zuncheddu ha commentato la notizia del rientro in Italia di Chico Forti.

“Beniamino Zuncheddu ha a cuore la sorte e i diritti di tutti i detenuti, quindi è molto felice che Enrico Forti abbia ottenuto di scontare la sua condanna in Italia e che le istituzioni si siano prodigate per favorire che ciò accadesse” ha detto il suo avvocato Mauro Trogu.

“Non nasconde però la sua delusione per essere stato totalmente ignorato da quelle stesse istituzioni che sembrano guardare più a ciò che accade nei tribunali esteri che non a come viene amministrata la giustizia in Italia, e non si sono accorte della sua assoluzione con formula piena (per non aver commesso il fatto) dopo quasi 33 anni di carcerazione” ha poi aggiunto il legale.