Lo sapevate? Sa ramadura in origine serviva per profumare non per colorare

La meraviglia del tappeto di petali colorati dedicati a Sant'Efisio è oggi un vero e proprio spettacolo nello spettacolo: ma sapete che in origine non si spargevano i petali di rosa e che sa ramadura aveva una sua funzione specifica (molto meno poetica di ciò che vi aspettate...)?
Si tratta di un vero e proprio spettacolo nello spettacolo: là dove passa Sant’Efisio ci deve essere un tappeto di petali colorati, scelti uno a uno tra le rose di primavera più belle. Ma in origine la funzione della ramadura era diversa e decisamente meno “poetica” di quanto possiamo aspettarci.
Ma come spesso accade, di necessità virtù e dal farla diventare uno dei momenti più attesi e fotografati della festa, il passo è breve, vista la bellezza. In origine però non era proprio così com’è oggi: “Ramadura” è un termine che deriva da ramo, o da ramaglie, del tagliare e dell’usare i rami. I rami che venivano scelti per Sant’Efisio e altri cortei erano un tempo quelli delle piante aromatiche delle quali la Sardegna è davvero ricca: Alloro, Menta selvatica, Rosmarino, Ginepro, Mirto, Lavanda, Eucalipto, Elicriso, Malva e altre ancora.
Il Rito della “Ramadura” avveniva non solo per la festa di Sant’Efisio ma anche per accompagnare qualunque corteo partiolarmente importante e che avesse la presenza di carri coi buoi: i tappeti verdi venivano realizzati infatti per attenuare l’odore predominante degli escrementi dei buoi e dei cavalli usati per trainare il cocchio e le traccas (i carri da lavoro degnamente addobbati per le sagre e le feste religiose), che defecavano e urinavano durante la processione.

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