Derby delle Isole con il Cagliari di Fabio Liverani che fa visita al Palermo allenato da Eugenio Corini. Prima del fischio d’inizio, però, doveroso il minuto di raccoglimento in memoria di Sinisa Mihaijlovic. Primo tempo dai ritmi lenti e privo di intensità con i rosanero che vanno in vantaggio grazie al rigore firmato Brunori. Il Cagliari di Fabio Liverani senza idee e senza grinta incassa il gol del 2-0 a pochi minuti dall’inizio del secondo tempo. Il Cagliari si sveglia negli ultimi minuti del recupero, Pavoletti accorcia le distanze, ma è troppo tardi. I rossoblù escono umiliati e sconfitti dal Barbera.

Primo tempo. Otto minuti di gioco e Pavoletti spreca l’occasione del vantaggio, colpendo male il pallone crossato da Makoumbou che finisce fuori. Primi 15’ di gioco dai ritmi blandi. Un passaggio di Kourfalidis che trova Nandez al limite dell’area illude i rossoblù: il numero 8 calcia di potenza, ma la palla esce di pochissimo. Al 35’ i padroni di casa conquistano un rigore grazie a Nandez che atterra Stulac in area: Maresca non esita a indicare il dischetto. Davanti a Radunovic si presenta Brunori che non sbaglia. Rosanero in vantaggio. La squadra di Liverani non riesce a rendersi pericolosa. Intanto Maresca concede 4’ di recupero nella prima frazione di gioco. Si chiude il primo tempo con il vantaggio del Palermo, il Cagliari ha sprecato quattro occasioni: gioco poco emozionante e tanto lento.

Secondo tempo. Squadre che rientrano in campo per il secondo tempo senza cambi. Replica il Palermo al 53’: Segre sigla il gol del 2-0, battendo prima Obert e poi Radunovic in un inserimento nella difesa avversaria perfetto. Cagliari invisibile in questa ripresa, il Palermo, invece, sull’onda dell’entusiasmo, staziona nella metà campo offensiva. Ottantacinque minuti di gioco e Di Mariano a un passo dal 3-0. L’ex Lecce calcia a botta sicura, ma, per fortuna, Radunovic respinge. Subisce e soffrono i rossoblù, spiazzati via dalla furia e dalla fame di vittoria dei rosanero. Ottima sinergia tra gli uomini di Corini. Si giocherà fino al novantanovesimo. Accorcia le distanze Pavoletti che al 95’ riapre la partita approfittando di un assist di Pereiro. Il Cagliari, forse un po’ tardi, sembra essersi svegliato in questi ultimi minuti di gioco. Fischia Maresca: il Palermo batte il Cagliari per 2-1.

PALERMO (3-5-2) – Pigliacelli, Bettella, Nedelcearu, Mateju, Sala (82’ Devetak), Gomes (77’ Damiani) Stulac (70’ Saric), Segre (70’ Broh), Valente, Di Mariano, Brunori (82’ Vido). A disposizione: Grotta, Massolo, Pierozzi, Accardi, Floriano, Broh, Marconi, Vido, Damiani, Soleri, Saric, Devetak. Allenatore: Eugenio Corini

CAGLIARI (4-3-1-2) – Radunovic; Zappa (63’ Dossena), Altare (75’ Carboni), Capradossi (63’ Viola), Obert, Nandez, Makoumbou, Kourfalidis (75’ Pereiro), Falco (62 Luvumbo), Pavoletti, Lapadula. A disposizione: Aresti, Lolic, Dossena, Goldaniga, Zallu, Cavuoti, Lella, Viola, Luvumbo, Millico, Pereiro. Allenatore: Fabio Liverani

Arbitro: Fabio Maresca

Marcatori: 36’ Brunori, 53’ Segre, 95’ Pavoletti,

Ammoniti: Altare, Nedelcearu, Capradossi, Gomes, Dossena, Di Mariano, Luvumbo

Come si dice caminetto in sardo campidanese?

Caminetti sardi: tradizioni e calore al centro dell’inverno. Questo elemento, simbolo di convivialità e calore domestico, rappresenta un’istituzione ben radicata nella cultura isolana. Ma come si dice caminetto in sardo campidanese?

Con l’arrivo dell’inverno, nelle serrate serate fredde che caratterizzano la stagione, il caminetto torna a ricoprire un ruolo fondamentale nei paesi della Sardegna. La risposta a questa curiosità è tanto affascinante quanto variegata: i termini più utilizzati per descrivere questo indispensabile fonte di calore sono tziminera, ziminera, giminera, ma anche forredda, foxili e fogu.

La lingua sarda, con le sue sfumature dialettali, riflette una tradizione agropastorale che ha sempre caratterizzato la vita nell’isola. In particolare, nei comuni dell’entroterra, dove gli inverni possono essere piuttosto rigidi, il caminetto ha storicamente assunto un’importanza cruciale, non solo per il riscaldamento, ma anche come centro di socializzazione, dove le famiglie si riuniscono attorno alle fiamme danzanti per raccontare storie e condividere momenti di intimità.

Il termine tziminera deriva dallo spagnolo chiminera, evidenziando le influenze culturali che hanno attraversato la storia sarda. Ma qualsiasi sia il nome con cui lo si chiama, il caminetto resta un simbolo di calore e accoglienza. Quindi, mentre ci prepariamo ad affrontare il freddo, non dimentichiamo di accendere queste tradizioni che riscaldano non solo gli ambienti ma anche i cuori. E voi, come chiamate questo pezzo di storia e cultura?