Avvolto in una lenza, trovato agonizzante: il fenicottero “Signor Fenu” salvato da una fotografa e dai veterinari di Oristano

"Il signor Fenu si è ripreso. Lo abbiamo idratato, scaldato e alimentato. Se non ci fa scherzi presto sarà di nuovo libero. Per adesso becca, buon segno" fanno sapere dalla clinica veterinaria Due Mari
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Lo avevano segnalato da parecchi giorni i volontari della LIPU: vagava nello stagno di Marceddì in evidente difficoltà.
Aveva una grossa lenza da pesca che gli avvolgeva le zampe. Avevano anche cercato di catturarlo usando un barchino ma era sempre riuscito a fuggire.
Oramai in agonia, è stato catturato con bagno nello stagno dalla fotografa Emerenziana Zuddas che alla fine lo ha portato alla Clinica Due Mari di Oristano, dove è stata battezzato come Signor Fenu e dove gli sono state prestate le cure necessarie. Le sue condizioni stanno migliorando.
“Il signor Fenu si è ripreso. Lo abbiamo idratato, scaldato e alimentato. Se non ci fa scherzi presto sarà di nuovo libero. Per adesso becca, buon segno” scrivono sul proprio profilo FB i veterinari della Clinica.

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Una foto bellissima: Gigi Riva alla festa della tosatura a San Nicolo Gerrei

Una foto bellissima, di quelle che narrano un’epoca e l’affetto incondizionato di un popolo per il suo eroe sportivo, è emersa recentemente, ritraendo Gigi Riva in un momento di autentica gioia e semplicità.
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Una foto bellissima: Gigi Riva alla festa della tosatura a San Nicolò Gerrei.
Una foto bellissima, di quelle che narrano un’epoca e l’affetto incondizionato di un popolo per il suo eroe sportivo, è emersa recentemente, ritraendo Gigi Riva in un momento di autentica gioia e semplicità.
Lo scatto, divenuto virale grazie alla diffusione da parte di un Gruppo Facebook intitolato a Gigi Riva, cattura il campione rossoblù in un contesto del tutto inedito per l’icona del calcio italiano: la festa della tosatura a San Nicolò Gerrei. Siamo nel maggio del 1970, pochissimo tempo dopo l’impresa storica che vide il Cagliari conquistare il suo primo e unico scudetto, un trionfo che segnò per sempre la storia dell’isola e del calcio italiano, inondando la Sardegna di un orgoglio senza precedenti. Riva, Rombo di Tuono, la cui potenza in campo era leggendaria, si mostra qui in una veste profondamente umana e conviviale, circondato da amici e tifosi che in lui vedevano non solo l’attaccante formidabile, ma un vero e proprio sardo d’adozione, parte integrante della loro comunità. L’immagine lo immortala sorridente e felice, partecipe con disinvoltura a una delle tradizioni più radicate della cultura agro-pastorale sarda: in mano, non un pallone, ma uno spiedo, sul quale troneggia un maialetto arrosto, simbolo della convivialità e della gastronomia isolana. Questa foto, oltre a documentare la presenza del fuoriclasse in un piccolo centro dell’entroterra in un periodo così immediatamente successivo alla vittoria del campionato, testimonia la dimensione popolare e l’assoluta normalità con cui Riva viveva il suo rapporto con la Sardegna e i suoi abitanti, lontano dalla retorica patinata del grande calcio. È il ritratto della felicità semplice, meritata, di un campione che sceglie di celebrare il più grande successo della sua carriera abbracciando la quotidianità e le tradizioni della sua gente, in una foto bellissima che è un frammento prezioso della storia non solo sportiva, ma sociale dell’intera regione.

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