Acqua verde a Su Siccu, in corso le analisi: forse “liquido tracciante”
Effettuati immediatamente i campionamenti da parte degli operatori specializzati Arpas. "Sembrerebbe essere una sostanza innocua e inodore". Analisi in corso.
Un fenomeno che ha spaventato non pochi, al porticciolo di Su Siccu, a Cagliari. Liquido verde fluorescente nel tratto di mare, fronte passeggiata, tra la Marina Militare e il cortile del liceo Scientifico Alberti. Qui, la foto pubblicata su Facebook dall’artista cagliaritano Federico Crisa.
Immediato l’intervento e subito effettuati i campionamenti da parte degli uomini specializzati dell’Arpa, dopo un sopralluogo congiunto con Capitaneria di Porto – Guardia Costiera e Polizia Locale.
“Al momento si può dire poco”, spiegano dal comando operativo della Guardia Costiera. “Sembrerebbe essere una sostanza innocua e inodore. Forse liquido tracciante usato dagli operai specializzati nella di perdite e infiltrazioni di tubature, ‘fluoresceina’. Ma sono in corso le analisi”.
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Lo sapevate? A Cagliari, sotto Piazza D’Armi, si nasconde il lago di “Su Stiddiu”
Ebbene sì, probabilmente conosciuto da tanti ma non visitato da tutti, il bacino d’acqua si trova esattamente sotto la piazza, nella Grotta de Su Stiddiu, “della goccia”, chiamata così per via del fenomeno di stillicidio ancora in corso. Un luogo davvero suggestivo nel cuore di Cagliari.
Lo sapevate? A Cagliari, sotto Piazza D’Armi, in una grotta, si nasconde il lago di “Su Stiddiu”.
È capitato tante volte di sentir parlare di reperti archeologici, risalenti all’epoca romana o addirittura più antichi, ma pochi sanno che sotto piazza D’Armi a Cagliari si trova un lago sotterraneo, giusto qualche metro sotto i nostri piedi.
Ebbene sì, probabilmente conosciuto da tanti ma non visitato da tutti, il bacino d’acqua si trova esattamente sotto la piazza, nella Grotta de Su Stiddiu, “della goccia”, chiamata così per via del fenomeno di stillicidio ancora in corso.
Situata a meno dieci metri di profondità ed estesa fin sotto il carcere di Buoncammino è una grotta artificiale appartenente anch’essa alle segrete di Cagliari, fra camere e cunicoli scavati sotto il lastricato della città. Le grotte, risalenti al periodo fenicio-punico e riutilizzate in seguito anche durante il Medioevo, venivano utilizzate per estrarre minerali e pietre calcaree, necessari per la costruzione di case, edifici e mura difensive.
Successivamente i cunicoli sono serviti a convogliare le acque della rete idrica cittadina in una grande vasca di contenimento creando così il lago sotterraneo, che con la sua limpidezza, sembra quasi finto. Uno specchio d’acqua cristallina nel quale si riflettono le bianche pareti rocciose della grotta, che ha reso speleologi e visitatori spettatori di uno scenario incredibile, lontano dalla frenesia della città.
Oggi il livello dell’acqua è diminuito notevolmente, da quasi quattro metri di profondità a un metro e mezzo nel presente, portando alla luce nuovi ambienti utilizzati nei modi più svariati, prima come cava di estrazione mineraria, poi come deposito della fabbrica di birra “Ferrero-Barisonzo”, proprio come una sorta di frigorifero industriale. Poi, circa ottant’anni dopo, cambiando ancora destinazione, diventò un rifugio antiaereo durante i bombardamenti del 1943, quando il Genio Civile incluse la grotta di “Su Stiddiu”, nella lunga lista di tunnel e cunicoli adibiti a riparo.
L’unica entrata attualmente accessibile è quella di viale San Vincenzo, tramite una piccola porta di ferro comunicante con quello che è un paesaggio insolito, basti pensare che, camminando all’interno della grotta, a pochi metri dalla propria testa, è posto uno dei punti nevralgici più importanti del traffico automobilistico cittadino.
L’interno, visitabile solo con la presenza di speleologi e esperti durante visite organizzate, presenta non solo il lago, ma ambienti enormi con un età storica risalente addirittura a 2500 anni fa, che col tempo sono stati in parte modificati artificialmente, come quando insieme alle altre grotte sotto Piazza D’armi, quella de Su Stiddiu venne tenuta sotto osservazione per il timore che i detenuti di Buoncammino, potessero evadere dal carcere, posto esattamente a pochi passi dalla grotta. Per questo alcuni accessi ai cunicoli vennero in parte chiusi con grate di ferro o murati.
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