Secondo i principali esponenti sardi dell’opposizione la decisione del Tar certifica gli errori della Giunta regionale guidata dal presidente Christian Solinas.
«Il TAR della Sardegna ha certificato che non si tratta di decisioni arbitrarie o prevaricazioni del Governo, ma che chi danneggia gravemente il nostro tessuto economico e produttivo affliggendo la Sardegna è questo governo regionale -tuona Desiré Manca, capogruppo in Consiglio regionale del M5S -. Il castello di bugie che il Presidente Solinas ed i suoi sodali avevano messo in piedi utilizzando come cemento la sofferenza da lui stesso causata ai sardi è caduto miseramente. La Sardegna ed i sardi hanno bisogno di certezze, hanno bisogno tempestività nell’azione e di buona amministrazione, non di fumo negli occhi e balle un tanto al chilo».
«Questa vicenda si chiude come la sparatoria di un film di Tarantino: tutti morti e feriti e nessun reale vincitore – commenta Francesco Agus dei Progressisti -. Mi dispiace enormemente per gli esercenti, ancora una volta illusi dalla propaganda. La Regione ha sbagliato tutto: i tempi, i modi, l’organizzazione della trasmissione dei dati e quella degli ospedali. Avevano annunciato che con il “bed manager” sarebbe stato risolto tutto. Invece alla prima prova i conti si sono rivelati sbagliati, proprio riguardo ai posti letto. Il ricorso era solo un modo per far finta di averle tentate tutte. Puro e semplice teatro, con rispetto parlando per attori e operatori dello spettacolo gravemente colpiti dalla crisi.
È però grave il fatto che su un tema così importante l’ultima parola sia stata data ad un giudice amministrativo. Come è possibile chiedere ai cittadini di confidare nella politica quando in questioni come questa Regioni e Stato, parti costituenti della Repubblica, demandano la soluzione delle loro controversie ai tribunali? Anche perché il tema è complesso. Nel merito, penso che il protrarsi delle misure legate alla zona arancione sia una misura sbagliata per la Sardegna di oggi almeno quanto è stato sbagliato non prevedere restrizioni nel mese di novembre e lasciare che l’insufficienza dei nostri ospedali facesse in quel periodo morti e feriti. La misura “intermedia” è prevista dalla legge, certo. Ma è una legge che applicata ai casi concreti mostra evidenti lacune e che va corretta. Il rischio alto non si può basare solo su due fattori senza esaminare il contesto nel suo insieme. Data la fine purtroppo non imminente dell’emergenza sanitaria è utile correggere le storture evidenti e semplificare questo sistema. In caso di reale pericolo previsto nei 15 giorni successivi serve solo il lockdown. Bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome senza trincerarsi dietro le sfumature cromatiche. Nei casi dove questo pericolo non c’è e occorre invece contenere il rischio le misure previste dalla zona gialla sono più che sufficienti. Tutto quello che c’è in mezzo non è comprensibile ai cittadini e, a conti fatti, risulta essere inutile per il contenimento de contagio e dannoso oltremisura per l’economia e per il benessere psicofisico dei cittadini».
«La decisione del Tar Sardegna a proposito della permanenza della Regione in zona arancione certifica l’ennesimo scivolone dell’esecutivo regionale davanti alla pandemia – afferma il segretario regionale del Pd Emanuele Cani -. Davanti a questa situazione non possiamo che confermare la posizione assunta i giorni scorsi quando abbiamo detto al presidente che, per un cambiamento della fascia di permanenza della Regione, avrebbe dovuto ammettere un errore nei dati. Siamo davanti a una situazione di grave crisi sanitaria ed economica e dalla Regione non vediamo che spot. Siamo ancora ben lontani dalla soluzione dei problemi. Sarebbe il caso che il presidente e il suo esecutivo si occupassero di trovare soluzioni concrete ai problemi delle persone anziché giocare a fare la guerra al Governo o a chi non è in sintonia».
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